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NAPOLI – L’unico appuntamento elettorale di coalizione del centrodestra napoletano si svolge senza la Lega, “tutta appresso a Salvini, proprio oggi in città” e grazie a Polo Sud, l’associazione culturale di Amedeo Laboccetta, dal 1995.

Ma tant’è. Ci sono Stefano Caldoro e Annarita Patriarca per Forza Italia, Giuseppe Pecoraro, Sergio Rastrelli e Michele Schiano di Visconti per Fratelli d’Italia, Pina Esposito per Noi Moderati che si danno il cambio al microfono. E tutti giurano su 10 punti che l’associazione propone loro.

Il padrone di casa, mettendo il Sud al centro dell’agenda, li riassume così: “Mi auguro che Giorgia Meloni recuperi il rapporto con Napoli, la capitale del Mezzogiorno. Non può non venire qui. Io me lo auguro ancora in questi ultimi giorni di campagna elettorale. Ma in ogni caso, chiedo ai candidati di firmare quest’appello: che il primo consiglio dei ministri del nuovo governo si svolga qui a Napoli”.

La lingua di Laboccetta tocca il tasto dolente di questa campagna elettorale del centrodestra a Napoli: l’assenza della Meloni in città a segnare, secondo alcuni, una spaccatura tra la dirigenza romana del partito e quella napoletana. Tant’è che il prossimo fine settimana, la leader è attesa in altri capoluoghi della Campania, ma non qui: la capitale del reddito di cittadinanza.

Un caso? Fratelli d’Italia vuole abolirlo. Il prefetto Pecoraro è chiarissimo: “Basta col reddito, solo il lavoro dà dignità”. Rastrelli non è da meno: “Il reddito sfrutta vigliaccamente il bisogno ed estorce il consenso”.

Forza Italia, invece, sull’argomento ci va molto più piano: vorrebbe riformarlo, non abolirlo. E con Stefano Caldoro trova lo spunto di attaccare anche i paracadutati di sinistra: “A me ha colpito l’endorsement del sindaco Gaetano Manfredi verso Dario Franceschini: non ha detto che vota per il Pd. Ma che vota la persona. Ma quella persona è di Ferrara. Nessun napoletano della sua parte meritava la sua fiducia?”.

Chiude Annarita Patriarca che nel collegio se la vede con il giornalista Sandro Ruotolo, “il peggior giustizialista italiano”, lo etichetta Laboccetta. Fatto sta che l’ex sindaca di Gragnano, dopo essere uscita pulita da ogni procedimento, non lo teme: “Ogni qualvolta hanno provato a fermarci con le calunnie hanno dovuto fermarsi loro perché, in realtà, non hanno argomenti”.

Quelli indirizzati verso Roma, invece, erano tutti rivolti alla Giorgia nazionale, premier in pectore, che non potrà stare ancora a lungo senza Napoli.