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NAPOLI – Non si vive di sola campagna elettorale, soprattutto se per sopravvivere bisogna rispettare i patti: uno in particolare, quello per Napoli.
 
Domani mattina, infatti, è convocato il consiglio comunale per approvare, tra l’altro, la delibera “per l’affidamento del Servizio di Tesoreria”.
 
In pratica, il Comune affida a un ente specializzato la riscossione delle tasse. La qual cosa era all’interno del Patto per Napoli perché, a fronte del miliardo e 231 milioni di euro che incasserà nei prossimi 21 anni, Palazzo San Giacomo si è impegnato a voltare pagina e ad essere un ente più credibile e virtuoso.  
 
In particolare, ha puntato a recuperare risorse proprie pari a un quarto di quanto lo Stato ha promesso di erogargli: complessivamente, si tratta di 307 milioni 887 mila 400 euro e 19 centesimi.
 
Una cifra impossibile da coprire se non si riorganizza il servizio riscossione. Si è calcolato, infatti, che l’ammanco superi i 2 miliardi di euro. Nello specifico, mancano 880 milioni solo di multe non pagate, e 700 milioni circa di Tari non riscossa.
 
Ad oggi, il Comune incassa attorno al 27% di quanto dovrebbe. Fu un dato che, ricordato dal sindaco Gaetano Manfredi a novembre scorso, fece scalpore a fronte del fatto di avere solo 50 dipendenti nel settore riscossione.
 
Quasi un anno dopo, in attesa dell’espletamento del concorsone e di nuovi dipendenti con i quali si potrà riorganizzare il servizio internamente, il Comune va alla ricerca di un buon agente per la riscossione crediti. Per portare la situazione sotto controllo, quest’ultimo avrà 5 anni di tempo.