Napoli – A Ponticelli, nella periferia orientale di Napoli, la tensione si taglia con il coltello. Durante gli ultimi mesi lo scontro tra quello che fino a poco tempo fa era il clan egemone, i “Bodo” De Micco, e i De Luca Bossa è diventato sempre più violento e cruento. Una rivalità che va anche al di là dei meri interessi economici e del controllo del territorio, si tratta di odio, rancore, rabbia. Sentimenti accresciutisi all’indomani della morte del 23enne Carmine D’Onofrio, il figlio naturale di Giuseppe De Luca Bossa, ucciso per volere di Marco De Micco, capo dei Bodo.
Dopo l’attentato in via Miranda, strada dove abitano diversi esponenti dei Bodo, in quella stessa via la notte dello scorso 13 settembre, è stata abbandonata una carcassa di auto incendiata, risultata rubata, con scritte offensive e volgari e la dicitura “infami” indirizzati ai De Micco ed un water sul tettuccio che va rinforzare l’idea che i rivali hanno del ex clan egemone. Un cittadino ha segnalato la presenza dell’auto al Consigliere Regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli.
Intanto il boss Bodo da dietro le sbarre, come sua abitudine, risponde ai rivali attraverso il proprio profilo Tik Tok che negli ultimi giorni ha cambiato nome proprio per mandare un messaggio ai De Luca Bossa: “Rimanete semp e pall nostr”.
“La risposta dello Stato a questa faida di camorra, che sta da mesi terrorizzando e massacrando un intero territorio, deve essere dura e decisa. Le azioni devono essere continue e senza sosta”, commenta Borrelli. “Il fenomeno camorristico va combattuto contemporaneamente nelle strade, nelle aule di tribunale, con la politica, le forze dell’ordine, i magistrati e tutto il popolo che deve ribellarsi a questo cancro che da decenni si estende e si insinua in ogni tessuto della vita sociale, economica e anche politica”.