Avellino – Altro che atteggiamento spavaldo. L’Avellino visto nelle prime due uscite stagionali è apparso tutt’altro che spavaldo prima con il Pescara e poi con la matricola Gelbison. Non è mancato il guizzo, tanto sbandierato dal tecnico Roberto Taurino in conferenza. All’Avellino è mancato tutto, senza mezze misure. La squadra paga a caro prezzo la preparazione estiva affrontata sempre con squadra, senza nulla togliere a nessuno, di categoria inferiore. Mai test probanti per alzare l’asticella o fare delle valutazioni complete. Dopo appena 180′ dall’inizio della stagione l’Avellino si ritrova con un punto solo in classifica: Catanzaro, Crotone e Pescara viaggiano con il vento in poppa a punteggio pieno. Ovvio siamo all’inizio della stagione, ma partire male può precludere il percorso. La società guidata dalla famiglia D’Agostino deve batter un colpo ora, senza rinviare tutto a dopo il 25 settembre. E’ chiaro che ognuno ha le sue attività ma non per questo bisogna accantonare altre. A buon intenditor poche parole.
La piazza, dopo le critiche delle scorse settimane, mormora. Tanto, davvero tanto. Questa volta ha ragione. La delusione dei cinquemila presenti al Partenio-Lombardi è evidente. I fischi tra fine primo tempo e soprattutto nel finale sono sinonimo che qualcosa si è rotto. E’ un piccolo Avellino imprigionato nelle sue incertezze, che si è arresa ancora prima che l’arbitro fischiasse la fine. Taurino ha sposato in pieno il “progetto tecnico” di società e direttore sportivo, senza batter ciglio o altro. Ma tocca a lui trovare una via d’uscita prima che tutto ciò sia troppo tardi. Questione di testa, e anche su questo c’è da lavorare. Forse serve un leader che nei momenti difficili sia in grado di caricarsi la squadra sulle spalle. Così a occhio, non c’è. O se c’è non si fa sentire. Mercoledì si torna in campo. Un nuovo banco di prova contro il Monopoli che è uscita sconfitta contro il Crotone nell’ultimo turno. L’Avellino deve svoltare ora, altrimenti si finisce in un limbo troppo complicato.