NAPOLI – Occhi aperti affinchè il 40% dei fondi Pnrr non sfugga al Sud. E’ quanto chiesto in una petizione indirizzata alle istituzioni europee da 500 sindaci di tutto il Mezzogiorno, 19 dei quali campani.
Si tratta dei primi cittadini di Napoli, Salerno, San Giorgio a Cremano, Afragola, Agropoli, Scafati, Somma Vesuviana, Marano di Napoli, Sirignano, Eboli, Vairano Partenora, Sparanise, Santa Maria la Carità, Sant’Antonio Abate, Boscoreale, Caianello, Teano, Casoria e Casalnuovo. Sono sindaci di diversa estrazione politica ma che a Bruxelles hanno trovato un punto di riferimento in Piernicola Pedicini, l’europarlamentare di Benevento (è originario di Foglianise) eletto tra le fila del Movimento 5 Stelle nel 2019, ma ora iscritto al Gruppo Greens/Efa.
“Oggi – è il suo commento – abbiamo ottenuto un risultato fondamentale per il Sud e per il Paese: con la decisione da parte della Commissione Peti del Parlamento Europeo di vigilare sulla equa ripartizione dei fondi del Pnrr in Italia, abbiamo compiuto un passo avanti importante per la salvaguardia e il rilancio del Meridione”.
“Abbiamo ricordato all’Europa – ha sottolineato Pedicini – che solo rilanciando il Mezzogiorno possiamo far ripartire tutti i settori produttivi, efficientare i servizi e creare nuova occupazione. Il nostro non è un monito, ma una richiesta di indirizzo ben precisa. Chiediamo che sia rispettato il vincolo di destinazione del 40% delle risorse assegnate alle regioni del Sud e che siano raggiunti gli obiettivi di coesione territoriale”.
“I sindaci che hanno voluto firmare questa petizione – ha spiegato ancora Pedicini – non chiedono altro che essere messi in condizione di spendere questi soldi in un’ottica di sviluppo e di rilancio. Ma, perché questo sia possibile, bisogna garantire loro anche le risorse umane e le necessarie competenze, superando il gap con le amministrazioni del centro-Nord Italia dove il numero di dipendenti e funzionari pubblici, in relazione al numero di abitanti, è quasi il doppio rispetto a quello dei Comuni del Sud. Una carenza – ha sottolineato l’europarlamentare beneventano – che, se non colmata, rischia di produrre un effetto già tristemente noto: daremo più risorse ai territori più ricchi e molte meno a quelli più poveri”.
Un risultato da scongiurare, quindi. Ma che, secondo Pedicini, nemmeno il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte è in grado di contrastare: “Prima di tutto, per una questione di credibilità visto che ha fatto parte del governo più liberista della storia repubblicana, quello di Mario Draghi”.
Ma non solo: “Spiace dover constatare come anche in questa campagna elettorale il tema del Sud sia finito nelle retrovie – ha attaccato Pedicini – Ed è ancor più inquietante ascoltare il leader di uno dei partiti della coalizione che, probabilmente, andrà al governo del Paese (il riferimento è al leader della Lega Matteo Salvini, ndr), proporre l’autonomia differenziata come primo punto all’ordine del giorno. Alla prima riunione del futuro Consiglio dei ministri – ha concluso l’europarlamentare sannita – ci dovremmo rassegnare ad una discussione sulla secessione tanto auspicata da Salvini”.