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NAPOLI – Doveva venire Enrico Letta per accendere la luce della speranza. Ma il segretario nazionale ha dato forfait. Così, il Partito Democratico si è ritrovato al Sannazaro, il suo teatro portafortuna nelle campagne elettorali, senza quella carica che avrebbe dovuto regalargli un cambio di passo in vista del 25 settembre. E, per di più, in modalità risparmio energetico, essendo state abbassate le luci in platea fino a provocare il buio totale mentre fuori splendeva il sole di Napoli agli inizi di settembre.
 
Le bollette e la crisi energetica, del resto, hanno conquistato subito la scena con Marco Sarracino, segretario provinciale e capolista per la Camera che si è messo a parlare di “protezione”, “tetto alle bollette”, “lotta alle diseguaglianze”. Tant’è che, a un certo punto, ha preso di mira anche Jeff Bezos, l’uomo più ricco al mondo, il quale “durante la pandemia, tenetevi forte, ha guadagnato 1,2 milioni di volte in più rispetto ai 28000 dollari di media che guadagna un dipendente della sua Amazon”. E allora, va da sé che bisogna “aumentare la tassazione sugli extraprofitti”.
 
Dario Franceschini, on the stage dopo di lui: “Attenzione, che stanno tornando quelli dello spread a 550 e quelli che hanno osteggiato le misure anti-virus. Quelli che vogliono smontare il Reddito di Cittadinanza. Quelli che vogliono un’Italia oscura”.
 
Contro i quali, l’idea che il ministro alla Cultura si sente di lanciare è quella del salario minimo.
 
“La partita è aperta: c’è il 40% di indecisi e noi come Pd non siamo mai stati uniti come adesso. Altro che congresso subito dopo le elezioni! Certo, anche qui si è registrata qualche amarezza di chi non è stato candidato, ma in campagna elettorale vige la regola di stringere i denti, se ne riparlerà dopo le elezioni…”
 
Francesco Boccia, commissario del Pd Campania: “Noi abbiamo tentato di cucire e allargare – ha detto riferendosi alle mancate alleanze con Terzo Polo e Movimento 5 Stelle – Anche se non dimentico gli insulti di Di Battista che in Puglia disse che era meglio votare Fitto piuttosto che il Pd, noi abbiamo sempre rivolto l’altra guancia. Ma a un certo punto anche queste finiscono…”.
 
E tuttavia: Boccia l’ha messa così rispetto al campo largo che doveva essere e che non è stato più: “Se non c’è Napoli, non c’è il Sud. E se non c’è il Sud, l’Italia non riparte. Noi ripartiamo dal lavoro fatto al Comune. L’amministrazione Manfredi è la nostra amministrazione”. Da sottolineare, mentre Giuseppe Conte passeggia per San Gregorio Armeno rivendicando la scelta solitaria del suo Movimento 5 Stelle, che è quella che tiene tutti dentro: da Renzi e gli ex Forza Italia ai pentastellati e alle formazioni alla sinistra del Pd.
 
Dopo le candidate Susanna Camusso e Valeria Valente, chiude il ministro alla sanità Roberto Speranza, colui il quale ha ricevuto più applausi. Anche se ha iniziato con uno slogan caro ad Antonio Bassolino, uno dei grandi assenti (si è vista solo la moglie Annamaria Carloni) all’appuntamento del Sannazaro: “Sono onorato di essere candidato qui perché Napoli è Napoli”.
 
Quanto al Governatore Vincenzo De Luca, grande avversario del ministro della sanità nei lunghi mesi della pandemia, si è tenuto lontano mille miglia dal teatro portafortuna dei dem napoletani. E i deluchiani che si sono visti in platea e nei dintorni hanno avuto chi il broncio, chi l’aria sospetta, chi gli occhi al cielo: “Certo, vincere in queste condizioni e dopo tutti gli errori commessi è difficile…”