Benevento – La prestazione di carattere contro il Genoa gli ha permesso di salvare per l’ennesima volta la panchina. Fabio Caserta può compiacersi, più per il punto conquistato, per la risposta fornita dalla sua squadra al “Ferraris“. Ancora una volta sono stati i calciatori a lanciare un segnale decisivo, inducendo il patron Oreste Vigorito a rivedere le proprie scelte. Niente Daniele De Rossi (per il momento), si andrà avanti con il tecnico di Melito di Porto Salvo, con la speranza che la decisione non sia legata a una fiducia a gettone. Il rischio, altrimenti, sarebbe quello di sprecare altro prezioso tempo, mentre è partito il countdown per la chiusura della finestra estiva del calciomercato.
Proprio dal mercato Caserta si aspetta qualche regalo in questa settimana. Nel frattempo, l’imperativo per l’allenatore è diventato quello di ritrovare il suo Benevento, restituendo un gioco alla compagine giallorossa. Condizionata dalle proprie paure e dai propri limiti, contro il Genoa la squadra si è rifugiata nel 3-5-2 per ritrovare le certezze smarrite. Una scelta dettata dal momento, dalla consapevolezza di attraversare una fase critica, per giunta al cospetto dell’avversario peggiore.
E’ probabile che lo stesso schieramento venga riproposto anche domenica contro il Frosinone, compagine in salute e in fiducia, come dimostrato dalle vittorie contro Modena e Brescia. Nel medio-lungo periodo, però, Caserta avrà il compito di ritrovare il suo Benevento, quello costruito e improntato sul 4-3-3. Un abito modellato su misura, fatta eccezione l’eventuale volontà del tecnico di sconfessare il mercato estivo, obbligando il direttore sportivo Pasquale Foggia a una rivoluzione da portare a termine in un lasso di tempo ristretto.
Puntare con decisione sul 3-5-2, oltre a segnare la fine del credo dello stesso Caserta, ribadito nella conferenza stampa di inizio stagione, comporterebbe la necessità di acquistare almeno quattro, cinque pedine e di lasciarne partire altrettante. Una decina di operazioni all’incirca da concludere in nove giorni, praticamente più di quante il Benevento ne abbia portate a termine in tutta l’estate (al netto di prestiti e riscatti).