Il Garante Campano dei detenuti visita il carcere di Secondigliano. Ciambriello: “I sofferenti psichici non dovrebbero entrare in carcere, il problema è un’inadeguata assistenza sociopsichiatrica ai detenuti e le poche alternative al carcere”.
All’uscita del carcere il garante regionale Ciambriello ha dichiarato.“Nelle nostre carceri ci sono centinaia di detenuti con sofferenza psichica, dovremmo chiederci : perché entrano in carcere e le strutture esterne non prendono in carico i sofferenti psichici, perché ci sono pochi professionisti, pochi spazi, pochi progetti di recupero nelle carceri ed infine perché i magistrati non utilizzano misure alternative alla detenzione per questi diversamente liberi. Il diritto alla salute, l’unico peraltro al quale la Costituzione (art.32) riserva l’aggettivo fondamentale, ha sempre suscitato un’annosa e tormentata disputa teorica.
Dal 2008 risulta tendenzialmente superata da quando la sanità nelle carceri è gestione del Servizio sanitario nazionale.Per ogni miopia esistono lenti appropriate e per ogni oscurità luci adatte. È inutile continuare a sbandierare il successo della chiusura dei manicomi criminali, traguardo che, peraltro, andava tagliato già dagli anni Sessanta, in ragione di importanti pronunce giurisprudenziali di legittimità e di merito, se non siamo in grado di sciogliere nodi sinora inestricabili: presa in carico dei sofferenti psichici in gruppi di appartamento, assistenza domiciliare, potenziamento dei servizi di salute mentale, tutto in fase di prevenzione.
E poi creazione di una nuova Rems in Campania, così come deciso all’unanimità dal consiglio regionale il 3 maggio, potenziamento delle figure di psicologi, psichiatri, tecnici della riabilitazione in carcere, misure alternative al carcere per i sofferenti psichici. Il problema rimane quello di offrire un’adeguata assistenza psichiatrica ai detenuti e di garantire ai dipartimenti di salute mentale le giuste risorse economiche e umane per trattare i liberi vigilati”.