Tempo di lettura: 2 minuti

Salerno – Lunedì 8 agosto, alle ore 21.30, in largo Santa Maria dei Barbuti, nel centro storico di Salerno, per  la XXXVII edizione della rassegna estiva di teatro “Barbuti Festival”, nell’ambito de la Notte dei Barbuti, diretta da Brunella Caputo, “Libri in scena” di Massimiliano Smeriglio. Con Andrea Bloise (voce narrante), Orazio Curzio (chitarra). Video di Nicola Cerzosimo, foto di Armando Cerzosimo. Al termine intervista all’autore di Sabrina Prisco (ingresso 10 euro).

Massimiliano SMERIGLIO in the EP in Brussels

È il 2014, la banda dei dispari inizia la conquista della propria borgata, frammento urbano che corre al lato di una consolare, ben oltre il Grande Raccordo, tra discariche, capannoni abbandonati e la smisurata bellezza della campagna: il loro west. Marco, il Tibetano, ha vent’anni, la sua vita è divisa tra la famiglia, la comitiva, l’officina del padre, il quartiere e il sogno di un riscatto che sembra lontanissimo. Quando con i compagni scopre come l’economia delle piattaforme può far fruttare i loro interessi, finisce nel mirino di interessi criminali più grandi.  In borgata arriva Roberto, conosciuto come Shangai, uscito di prigione dopo una rapina finita male vent’anni prima e intenzionato a scoprire la verità sulla sua banda, sulle vicende che l’hanno portato in carcere, ma soprattutto sulla sua famiglia. Che fine hanno fatto la moglie e la figlia?  Quei vent’anni hanno cambiato la città. I piccioni, i gabbiani e i roditori, anche loro sembrano essersi incattiviti: anche loro violenti, anche loro divisi in bande. Massimiliano Smeriglio ci guida tra la vitalità e la violenza della periferia, dando voce ai sommersi, a chi ha il futuro scritto nel quartiere in cui nasce, nel soprannome del padre, che prima era del nonno. Con la sensibilità della sua penna accompagna un ventenne desideroso di riscatto e un adulto alla ricerca del passato: a entrambi la città riserverà molto di più e molto meno di quello che cercano; e con il piglio dell’etologo, Smeriglio segue le vicende di alcune volpi per raccontarci il bestiario e la ferocia di una metropoli senza più nome.