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NAPOLI – Quando scopre il simbolo di “Unione popolare”, è attorniato dai giornalisti e da una pattuglia di fedelissimi: dall’ex vicesindaco Carmine Piscopo a Giovanni Pagano fino all’unica assessora che è durata tutti e dieci gli anni della sua esperienza amministrativa al Comune di Napoli, Annamaria Palmieri.
 
Il gran caldo e l’ammuina della stanza del comitato elettorale, poi, non fanno altro che esaltare il suo consueto vigore. 
 
Luigi de Magistris si infiamma quando sente parlare di Mario Draghi, ad esempio. Un paradosso, visto che il premier è l’uomo che, col Patto per Napoli, ha salvato Palazzo San Giacomo dal dissesto visti i 5 miliardi debito con cui lo ha lasciato lui 10 mesi fa.
 
Ma tant’è: ognuno ha la sua ricostruzione delle cose. E la senatrice ex grillina Paola Nugnes, nel corridoio del comitato, specifica ai cronisti che è stato “lui, Draghi, a fuggire: ha avuto due volte la fiducia in Parlamento, perchè ha abbandonato? In realtà, è scappato perchè sa che il prossimo autunno sarà difficilissimo dal punto di vista sociale…”.
 
E quindi: per chi crede ancora nella rivoluzione arancione e/o nell’uomo con la bandana, questo è il giorno del ritorno in campo.
 
De Magistris sogna l’elezione in Parlamento. E magari di scassare anche quello. Presenta quello che per lui è “l’unica vera novità politica di fronte ai saltimbanco del circo della politica”, ma deve fare i conti con la sfida di raccogliere in tutt’Italia 35mila firme per potersi presentare ai nastri di partenza della competizione elettorale del 25 settembre. E poi con il raggiungimento della soglia di sbarramento del 3% necessaria per entrare in Parlamento: ad oggi una chimera, visto che accanto a lui non c’è nessuno a parte le sigle dell’estrema sinistra ManifestA, Rifondazione e Potere al Popolo.
 
Nemmeno l’ombra di quei 5 Stelle tanto corteggiati: “Rispetto alla nostra proposta, Conte è rimasto in silenzio. Quindi, forse, ha deciso di non accogliere un invito che poteva essere entusiasmante: mettere assieme chi vuole costruire un polo alternativo alle destre e al grande centro di cui è azionista di maggioranza e playmaker Enrico Letta. Il quale, però, deve distribuire le quote tra Calenda, Renzi, Mastella, Di Maio, Fratoianni, Bonelli e forse ne dimentico qualcuno…”
 
E insomma, tutti tranne lui, “il non allineato”. Eppure de Magistris non se ne capacita perchè “suggeriva una proposta politica coerente, credibile, aperta a chi ha portato avanti battaglie che erano anche quelle del Movimento 5 Stelle delle origini come l’acqua pubblica, i beni comuni, la partecipazione, la lotta alla corruzione: tutte battaglie che noi, alla guida di Napoli, abbiamo praticato”.
 
E ora? Ora “siamo tanti – carica l’ex primo cittadino di Napoli – ma dobbiamo fare un lavoro enorme per raccogliere le firme in pieno agosto con dipendenti comunali e avvocati in ferie”.