Benevento – Torna a parlare Oreste Vigorito e lo fa attraverso le colonne del Corriere dello Sport. Il numero uno del Benevento, fresco di nomina come vicepresidente della Lega di Serie B, ha rilasciato una lunga intervista a Xavier Jacobelli. Il patron della Strega rispolvera il progetto triennale, fissa gli obiettivi della sua squadra e parla del futuro che attende il mondo del calcio.
Diritti televisivi – C’è un piccolo articolo di un provvedimento, operativo dal 1° gennaio 2023, che imporrà il prelievo di una percentuale della mutualità calcistica generata dai diritti tv, per girarlo ad altri sport. Questa è una cosa che non sta né in cielo né in terra. Faccio mie le parole di Gabriele Gravina, pronunciate dopo l’ultimo consiglio federale:
la misura riguarda un ente privato che viene saccheggiato per finanziare altri organismi. La norma è fuori da ogni logica e mi auguro venga rivista.
Futuro – Un rivoluzionario ritorno al passato, al calcio degli Anni Venti, inteso come passione pura, valorizzazione del vivaio, risposta ai fondi che investono sì nel nostro calcio, ma non certo per entusiasmo, ma per fare business. Tutto questo non è cosa. Noi siamo come Davide contro Golia e non mi pare che alla fine abbia vinto Golia.
Progetto – Benevento ha capito lo spirito e le intenzioni delle mie parole: quei primi seimila abbonamenti già sottoscritti sono lì a dimostrarlo. Non bisogna avere paura di dire le cose come stanno. Le faccio alcuni nomi dei nostri ragazzi: Mattia Viviani, 21 anni; Christian Pastina, 21 anni; Riccardo Capellini, 22 anni; Angelo Talia, 19 anni; Siriky Sanogo, 20 anni e potrei andare avanti. Abbiamo impostato un piano triennale, ragionato e razionale per impiegare al meglio le risorse disponibili: questa è l’unica strada che dovevamo e potevamo imboccare.
Serie B – Non mi piace l’etichetta di Serie A2: noi siamo la Serie B, il torneo che unisce l’Italia dal Nord al Sud; dal Sudtirol, storico neopromosso al Palermo, storico ritorno di un club che appartiene a tutto il calcio. Ci sono cinque capoluoghi di regione; ci sarà una massiccia risposta di pubblico, ci sarà un grande equilibrio, anche perché in campo non vanno i sindaci delle grandi città. Il bello di questo campionato sono le sue sorprese. Nell’ultimo c’era uno squadrone che, se avesse giocato in Serie A, sarebbe stato indiziato di qualificazione all’Europa League: malauguratamente è rimasto in B.
Superlega – Quand’eravamo in Serie A, sentivo parlare della necessità di accrescere lo spettacolo grazie alle sfide delle Grandi italiane con le Grandi d’Europa o supposte tali: per fortuna, la Roma ha vinto la Conference League perché non mi sembra che negli anni scorsi le altre squadre italiane si siano coperte di gloria nelle Coppe. I campionati nazionali sono fondamentali per la sopravvivenza del calcio e della Nazionale: nella passata stagione la Serie B è stata la principale fornitrice di giocatori al Club Italia. Macché Superlega: se il calcio è il nuovo oppio dei popoli, chi pensa solo ai soldi sta togliendo anche l’oppio. La strada da percorrere è tutt’altra: prezzi dei biglietti ribassati, agevolazioni per il pubblico femminile che ha sempre più voglia di andare allo stadio, purché non debba svenarsi. A Benevento stiamo andando in questa direzione e non torneremo indietro: è una questione di sopravvivenza. Dicono che il pallone sia un grande circo. Può essere. Ma bisogna stare molto attenti a che il circo non chiuda perché, quando lo spettacolo finisce, arrivano i clown.
Benevento – Una società è sana se ha i conti in regola. Le esperienze vissute in questi anni ci hanno insegnato molto. Il calcio è un gioco meraviglioso; oggi, per raggiungere il massimo è più che mai necessario essere attenti alla gestione dei bilanci e delle risorse
che ogni società ha a disposizione. Ed è ciò che a Benevento stiamo facendo.