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Napoli –  “Hanno ammazzato mia madre ancora una volta. La vita delle persone perbene e innocenti vale davvero poco per la giustizia italiana”. A parlare è Gennaro Russo figlio di Patrizia Petrone, la donna deceduta in un ospedale, lo scorso febbraio, a seguito di una caduta dallo scooter provocata il 17 luglio del 2021 da un tentativo di rapina. Il giovane si è espresso dopo la riduzione di pena di dieci mesi, da 7 anni a 6 anni e due mesi, nei confronti di uno dei due responsabili (qui i dettagli).  “Già la precedente condanna – spiega Gennaro Russoera davvero bassa adesso l’hanno ulteriormente ridotta. Ma questi giudici non capiscono la sofferenza delle famiglie delle vittime? Possibile mai che loro non abbiano sensibilità alcuna verso chi subisce tali atrocità? Noi nostra madre non la vedremo più mentre i suoi aguzzini se la sono cavata praticamente con una pacca sulla spalla. Di fatto la legge italiana sta dicendo che la vita degli innocenti vale molto poco. Oramai la pena è per i familiari delle vittime che non vedranno più i loro cari non per i criminali”.

“Uno dei due assassini della signora Petrone, a cui hanno ridotto la pena, – dichiara il consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli aveva già precedenti di Polizia ma ovviamente ha continuato a delinquere finchè non ha ammazzato una povera donna. Adesso praticamente sconterà una pena lievissima e molto breve. La domanda che dobbiamo farci è: quanto potranno ancora sopportare le famiglie delle vittime innocenti? Si rischia la giustizia fai da te. Ogni giorno le cronache locali sono piene di notizie di gente che viene uccisa, aggredita, stuprata, sfregiata e dei loro carnefici che se la cavano al massimo con pochi giorni di carcere. Nessuna rieducazione potrà mai esserci se chi commette il crimine non paga la sua pena senza sconti”, conclude Borrelli.