Tempo di lettura: 3 minutiNAPOLI – Giochiamo. Anzi: immaginiamo, in tempi di Wimbledon, una partita a tennis lungo l’asse Mosca-Napoli.
Batte, sotto l’ombra del Cremlino dove è inviato speciale de Il Fatto Quotidiano, Alessandro Di Battista. Risponde, nella sala consiliare di Santa Maria la Nova a Napoli, a due passi dalla tomba di Dracula, Arturo Scotto, coordinatore politico nazionale di Articolo Uno, il partito del ministro Roberto Speranza ma soprattutto di Pierluigi Bersani. Il quale, coi grillini, sembra stare sempre al gioco.
E allora. Ieri, Il Fatto ha pubblicato la prima parte del reportage da Mosca del suo inviato d’eccezione.
Nel pomeriggio, Articolo Uno di Napoli ha convocato nella sede dell’ex Provincia un po’ di centrosinistra sparso: Roberta Gaeta di Demos, Marco Sarracino del Pd (ha inviato uno dei suoi), i sindacati, qualche associazione come la Comunità di Sant’Egidio. Doveva esserci anche la deputata 5 Stelle Gilda Sportiello, ma ha fatto sapere di aver trascorso una notte insonne per un piccolo malanno.
Quiet, please: Alessandro Di Battista al servizio.
“‘La Russia non deve vincere’ è il mantra che Joe Biden, Boris Johnson e molti leader europei stanno ripetendo. Cosa questo realmente significhi non ci è dato sapere…”
Arturo Scotto alla risposta:
“E’ irresponsabile o cretino chi dice che bisogna vincere la guerra contro la Russia, contro una potenza nucleare”.
Di Battista:
“Che i russi stiano sfondando in Donbass è fuor di dubbio, così come è ormai palese che l’isolamento di Mosca nel mondo fosse un’illusione”
Scotto:
“Putin già controlla il 30% dell’Ucraina, un’area più grande della Grecia: dobbiamo essere realisti”.
Di Battista:
“I Brics (il Brasile, la Russia, l’India, la Cina e il Sud Africa) hanno appena concluso il XIV vertice”.
Scotto:
“L’Argentina e l’America Latina si stanno distaccando dall’Occidente e si aggiungono ai Brics”.
Di Battista:
“Il mondo sta cambiando a una velocità impressionante e si ha la sensazione che tutto questo in Europa non venga percepito adeguatamente”.
Scotto:
“Tutti i governi europei stanno facendo molto meno, per usare un eufemismo, di ciò che dovrebbero. Non basta un viaggio a Kiev o una telefonata a Putin. A Madrid la Nato ci riporta a un quadro da guerra fredda. E’ una illusione l’idea di un Occidente ancora centrale: è sempre più periferico. E le sanzioni stanno schiacciando la Russia sull’Asia”.
Di Battista:
“A oggi le sanzioni non hanno portato al collasso dell’economia russa, né alla defenestrazione di Putin, né a rapidi negoziati. Al contrario, hanno messo d’accordo persone che prima non lo erano affatto”.
Scotto:
“O l’Unione Europea si dota di una sua politica estera e di difesa oppure, con la Nato balcanica c’è un arretramento di tutto il suo progetto. L’idea di mettersi l’elmetto ha una vittima predestinata: l’Unione Europea. Il gas americano, ad esempio: è un contributo alla transizione ecologica?”
Di Battista:
“Le parole negoziato, accordo, reciproche concessioni sono nuovamente sparite dai vocabolari di molti leader occidentali e anche questo viene notato in Russia. E chi non aveva mai creduto in Putin oggi inizia a farlo”.
Scotto:
“La pace è politica. E oggi non c’è perché assistiamo a una rinuncia della politica. Da febbraio si è ritirata sempre più di fronte a uno scontro tra potenze. E nessuno può aspettarsi che una guerra nel cuore dell’Europa sia risolta da altri”.
Di Battista:
“A Mosca i fast food che stanno rimpiazzando i McDonald’s vanno a gonfie vele”.
Game, set, partita.