La possibilità di accedere alle agevolazioni fiscali – meglio note come “bonus” – ha innescato in Italia un vero e proprio boom delle ristrutturazioni. Una rinascita favorita anche dalla rilevanza del settore dell’edilizia nell’economia del nostro paese. Questo comparto vale il 4,5% del PIL e la casa costituisce la vera ricchezza degli italiani, con un valore di 5.400 miliardi di euro. Parliamo però di un patrimonio edilizio obsoleto, che va assolutamente riqualificato, anche per tenere fede ai patti europei sulla transizione ecologica.
Secondo i dati 2020, due terzi delle case italiane sono state costruite più di 50 anni fa e 73.000 edifici risultano fortemente degradati. In questo scenario, non proprio confortante, è stato dunque indispensabile favorire delle politiche di riqualificazione da parte del governo e gli italiani hanno risposto in maniera positiva, investendo tempo e denaro sul valore della riqualificazione edilizia.
Una strategia di questo tipo, infatti, se ben implementata, migliora la qualità della vita, riduce le emissioni di gas serra e promuove buone pratiche di riutilizzo e riciclo dei materiali. Tutti i bonus edilizi sono stati prorogati fino al 2023 proprio per supportare i proprietari delle abitazioni in questa delicata fase di transizione. Nella realizzazione dei progetti di riqualificazione edilizia le imprese che offrono ristrutturazioni chiavi in mano, come ad esempio Bassetti Home Innovation, sono particolarmente ricercate perché sono in grado di garantire ai clienti la competenza professionale di un referente unico, in grado di seguire tutti gli interventi in ogni fase del lavoro, dalla progettazione alla messa in opera.
Le previsioni per il futuro sono molto incoraggianti. Nel 2021 si è registrata una crescita del 7,5% del comparto edilizia nel suo complesso e per il 2022 si stima un balzo del 10,5%, per un giro d’affari di 14 miliardi di euro in 2 anni. Tra le agevolazioni trainanti di questa corsa all’ammodernamento edilizio, c’è sicuramente il Superbonus 110%, che negli ultimi anni ha ottenuto un ottimo consenso.
Superbonus 110%: i dati
Il Superbonus 110%, recentemente prorogato fino al 2024, prevede per tutto il 2022 la possibilità di recuperare la maggior parte delle spese di un intervento edilizio volto a migliorare l’efficienza energetica di un condominio o di un’abitazione indipendente. Secondo i dati ENEA diffusi a fine 2021 erano stati effettuati 69.390 interventi con il Superbonus, per un valore complessivo di 12 miliardi di euro. Il 51,2% del totale corrisponde ad interventi per edifici unifamiliari, con il 33, 9% seguono le unità immobiliari indipendenti e il 15% è rappresentato dai condomini, che negli ultimi mesi del 2021 hanno inciso per il 50% in merito al valore degli interventi, rappresentando quindi una fetta importante dei ricavi economici. La media dell’importo dell’intervento per un condominio è di 574 mila euro; mentre per la singola abitazione è di 90/100 mila euro. Il Superbonus 110% si è rivelato quindi una formula vincente per incentivare le ristrutturazioni edilizie, insieme ad altri bonus legati alla svolta green come l’Ecobonus, il Sisma bonus e il Bonus ristrutturazioni. Quest’ultimi hanno meno vincoli rispetto al Superbonus 110% che richiede dei requisiti più specifici. In questo scenario positivo esiste un elemento di negatività: il rincaro dei prezzi delle materie prime, derivato dalla guerra in Ucraina. Secondo la ricerca del Centro Studi sugli Appalti Pubblici di Argenta SOA, il rincaro dei prezzi potrebbe portare ad un blocco dei progetti per la ripartenza contenuti nel PNRR, mettendo a rischio numerose opere pubbliche. Per far fronte a questa emergenza, sarà cruciale l’intervento dello Stato, che dovrà mettere a punto soluzioni strategiche per favorire il prolungamento dei cantieri nell’attesa che si abbassino i prezzi oppure dovrà sostenere il comparto con accordi che mirino a ridurre i costi iniziali.