Hanno raccolto 5mila firme (ora arrivate a 7mila) in pieno lockdown per avere un patrono: è il santo-medico, san Giuseppe Moscati, che sarà da ora in poi il punto spirituale di riferimento per il Sistema di Emergenza Territoriale 118. “Era un sanitario, un medico, un ricercatore, un professore universitario, un laico, uno di noi”, sottolinea Mario Balzanelli, presidente della Società Italiana Sistema 118 (Sis118), che ha promosso la petizione. Il via libera è arrivato dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, e la comunicazione ufficiale dalla Cei. In una sanità “talvolta disumanizzata perché piegata alle logiche economiche, come poi emerso nella pandemia, volevamo proporre un punto di riferimento spirituale, vocazionale, per il lavoro che svolgiamo tutti i giorni, sempre in prima linea” come sa bene lo stesso Balzanelli che nella prima ondata Covid è rimasto gravemente ammalato dal contatto diretto con i primi contagiati dal virus. Ora la gioia di avere raggiunto questo risultato e il Sis118 spera di incontrare presto il Papa al quale donerà un busto di Moscati.
“Affideremo la salute del Papa al santo”, dice ancora il presidente del 118 in riferimento ai problemi al ginocchio del Pontefice. Il primo appuntamento per ‘festeggiare’ il via libera del Vaticano a Moscati patrono del 118 sarà il 28 settembre a Taranto. Il primo firmatario della petizione è stato proprio il vescovo della città, monsignor Filippo Santoro. Poi la speranza di incontrare nel breve periodo il Pontefice, infine un pellegrinaggio a Napoli dove Moscati è sepolto. Tra i progetti anche la realizzazione di un nuovo film su Moscati, dopo quello interpretato da Beppe Fiorello (“L’amore che guarisce”). “Ci piacerebbe che fossero raccontati gli ultimi momenti della sua vita che ha dedicato fino alla fine ai suoi pazienti morendo praticamente schiantato dalla fatica”, spiega Balzanelli. “Viviamo un momento drammatico della nostra storia, a livello mondiale. Tragedie devastanti e tutt’ora in corso, quale quella della pandemia da Covid 19 e le numerose guerre, tra cui quella tra Russia e Ucraina, pongono al centro della nostra riflessione la priorità assoluta, irrinunciabile, di agire, uniti, come comunità umana, a tutela della vita. In questo senso, gli operatori tutti del Sistema dell’Emergenza, stanno fornendo, in Italia e ovunque, alto esempio di dedizione, di valore, di eroismo al servizio strenuo, più convinto e appassionato, della vita dell’uomo”, conclude il presidente del 118.