NAPOLI – Oggi il ministro degli Esteri, nonchè leader di Insieme per il Futuro, Luigi Di Maio ha trascorso la mattinata a Napoli. Prima intervenendo al Mediterraneo Wine & Food and Travel, a Castel dell’Ovo. E poi a Palazzo Reale, dove ha partecipato a un convegno organizzato dalla Fondazione Mezzogiorno Europa, l’associazione vicina al Presidente Emerito Giorgio Napolitano, sulla guerra in Ucraina.
Tra una tappa e l’altra si è intrattenuto coi cronisti. E ha tenuto a precisare: “Non ho fondato un partito”.
Allora, che cos’è Insieme per il Futuro?
“Una costituente per i territori”.
E che cos’è una “costituente per i territori”?
“Un foro di riferimento per gli amministratori”.
Il ragionamento che ha portato avanti il ministro è stato questo: “Noi non vogliamo rappresentare una manovra di palazzo, ma una forza radicata sui territori. E sui territori, in questo momento storico, ci si radica attraverso chi li amministra: sindaci, sindaci metropolitani, presidenti di Provincia…”.
Ora. E’ logico che, un secondo dopo, Di Maio abbia anche precisato che “sono tantissimi gli amministratori che ci stanno contattando”.
Tuttavia, la seconda tappa della sua mattinata napoletana potrebbe fare più luce sul futuro della sua creatura: 61 parlamentari ma, evidentemente, un avvenire (leggi, anche, un’autosufficienza elettorale) tutta da conquistare sul campo.
Di Maio, infatti, mentre si annunciava che, in Comune a Napoli, 3 consiglieri eletti con il Movimento 5 Stelle su 5 (il sesto si è aggiunto) lo seguono (Gennaro Demetrio Paipais, Fiorella Saggese e Flavia Sorrentino), è andato a ricoprire i panni della guest-star al convegno della Fondazione dei Napolitano’s boys.
Tema, manco a dirlo, il pomo della discordia, quello che ha scatenato la scissione in casa grillina: la guerra in Ucraina.
Con Di Maio, c’era, oltre al presidente della Fondazione, storico dirigente dem Umberto Ranieri, anche la vicepresidente del Parlamento Europeo in quota democrats Pina Picierno e, tra il pubblico, l’assessore comunale (franceschiniana di peso) Teresa Armato. Ed è stato tutto un coro unanime su come si vede il conflitto e il mondo che gli gira attorno.
Questo per dire che la presenza di tanti amministratori Pd già la scorsa settimana (prima dell’ufficializzazione della scissione) notata a Castellammare dove Di Maio ha fatto visita al locale cantiere navale e le dichiarazioni di apprezzamento della linea del Partito Democratico rilasciate dal ministro in quella stessa occasione, possono fare il paio con la nuova intesa inaugurata dal titolare della Farnesina con il Governatore dem Vincenzo De Luca (che vede i dimaiani a un passo dalla maggioranza e dall’ingresso in giunta regionale), con le parole di Enrico Letta registrate da Repubblica ieri alla sollecitazione ‘A Roma c’è chi ipotizza un futuro per Di Maio proprio nel Pd…’ (“Discorso prematuro”, ha risposto il segretario. E “prematuro” significa in attesa di maturazione, non impossibile o da escludere, ndr) e con quelle del coordinatore di Insieme per il Futuro Vincenzo Spadafora rilasciate al Mattino di oggi: “A Di Maio non interessa un partito personale, ma un progetto collettivo”.
Ecco: da Napoli, la capitale degli scissionisti pentastellati, continuano ad arrivare segnali che quel “collettivo” potrebbe assumere anche il significato di vedere Di Maio e i suoi nel Partito Democratico.