Napoli – Il Governatore campano Vincenzo De Luca dice di guardare con interesse a quello che sta accadendo nei Cinquestelle, con la scissione del gruppo che fa capo a Luigi Di Maio, e indica nella costituzione di una grande forza riformatrice l’obiettivo da perseguire. “Se ci sono componenti politiche che vivono un processo di maturazione – ha commentato stamattina a margine di un appuntamento in Regione – che escono dall’infantilismo, dalla demagogia, in qualche caso da posizioni di vera e propria stupidità, io credo che questo sia un bene per il Paese. Io rimango convinto della necessità di avviare un programma costituente per una grande unica forza politica riformatrice nel nostro Paese. Questo dovrebbe essere l’obiettivo. Ho scritto qualcosa in queste settimane tentando di offrire una piattaforma programmatica che potrebbe essere la base per la discussione per un processo costituente. Possiamo governare l’Italia avendo questo pollaio politico? Nell’area progressista vi sono una decina di forze, questo è ridicolo“.
“E’ del tutto evidente – ha sottolineato – che queste componenti rispondono più a esigenze di ceto politico che a esigenze dell’Italia. L’Italia ha bisogno di un grande soggetto politico che abbia una base programmatica chiara, solida. Da questo punto di vista, se c’è un’innovazione anche nell’ambito dei Cinque Stelle. Se c’è un processo di maturazione politica, credo che debba essere guardato con grande rispetto e anche con grande interesse. L’importante è entrare nel merito dei problemi e chiarire i programmi, senza ambiguità“. Netto il giudizio del governatore sulle sorti del governo: “Sono fra quelli che credono che il governo non cadrà“.
“Per le dichiarazioni che ha fatto credo proprio di sì. Se parla di concretezza, di rifiuto della demagogia, se ricorda a me che uno non vale uno, io che c’ero arrivato dieci anni fa per la verità, forse ci poteva arrivare un po’ prima, ma meglio tardi che mai, dico di sì“. Ha proseguito il governatore campano Vincenzo De Luca rispondendo alla domanda dei cronisti se con l’uscita dal M5s il ministro degli Esteri Di Maio possa diventare un interlocutore per un comune progetto riformista.
“Battute a parte – ha argomentato De Luca – se c’è una maturazione politica che va nella direzione della concretezza, che nasce dalla consapevolezza che cambiare la realtà non è un programma che realizzi con le battute e con gli slogan, devi avere la conoscenza della macchina amministrativa, devi valorizzare le competenze, devi avere una tenacia feroce nel concretizzare i tuoi programmi, se si va in questa direzione io credo che possa essere un bene per l’Italia. Quindi l’apertura vale per tutti, per Di Maio, per altre componenti“.
Quale prospettiva per il M5s senza Di Maio, chiedono i giornalisti a De Luca. “Credo che valgano anche per loro questi obblighi. Io non credo – ha risposto De Luca – che ci sia spazio per avere nell’area riformista dieci componenti politiche, è una cosa ridicola. Mi auguro che ci sia qualcuno che avvii un processo costituente, non è un lavoro che si chiude in due mesi, però può essere una cosa persino entusiasmante per le giovani generazioni“.
“In genere – ha successivamente spiegato De Luca rispondendo a chi gli chiedeva se le vicine elezioni potessero essere un ostacolo al progetto di un’area riformista – è un problema, in vista della campagna elettorale ognuno cerca di rimarcare le proprie differenze rispetto agli altri per guadagnare più voti, ma penso che prima o poi dovremo arrivare a fare questa scelta, una grande forza riformista seria con un programma di base fondamentale e anche, se possibile, una grande forza moderata, chiaramente europea ed europeista che possa dare vita a una dialettica corretta da Paese moderno. Così l’Italia non può reggere sicuramente“.