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Otto anni di reclusione per aver abusato della figlioletta e divieto di avvicinamento alla minore. È la condanna inflitta dai giudici del tribunale di Vallo della Lucania, Mauro Tringali, Benedetta Rossella Setta, e Veronica Vernetti, nei confronti di un uomo di 53 anni, originario di Roccadaspide e residente nel Golfo di Policastro, difeso dall’avvocato Nicola Suadoni, accusato di violenza sessuale continuata e aggravata sulla figlioletta, una minore di 11 anni, quest’ultima assistita e difesa dall’avvocato Marco Nigro.

Condanna che per il padre orco prevede, inoltre, il decadimento dalla responsabilità genitoriale, l’interdizione dagli uffici di tutela e curatela, il decadimento dai diritti agli alimenti per la minore, l’interdizione da ogni ufficio pubblico frequentato da minori ed in particolare dalle scuole, l’interdizione dai pubblici uffici durante l’esecuzione della pena, oltre al pagamento di un risarcimento danni in favore delle parti civili cioè alla bimba e alla mamma della minore da liquidarsi in sede civile, assegnando un risarcimento a titolo di provvisionale da liquidarsi esecutivamente nei confronti della minore di 10mila euro.

I fatti risalgono a due anni fa, quando la bambina, preoccupata dal comportamento del padre, scrive un messaggio WhatsApp alla sorella e alla madre, raccontando loro che durante le sue trasferte a casa del padre che viveva con la compagna in una casa sita nel Golfo di Policastro, mentre dormiva con la figlia, l’uomo costringeva la bambina a subire baci e carezze su tutto il corpo, oltre ad usare la faccia e le mani con cui la palpeggiava nelle parti intime del corpo.

Veri e propri atti di abusi sessuali quelli che il papà orco metteva in atto nei confronti della figlia. Racconti che fecero preoccupare la donna tanto da rivolgersi ai carabinieri per presentare una querela nei confronti dell’ex compagno per presunti abusi sulla minore.

Di lì, l’amara scoperta. A seguito delle indagini e durante il colloquio con la psicologa del tribunale e il gip, la minore raccontò che ripetutamente da anni, il padre la contattava e con scuse di vario genere, l’avvicinava e nel tentativo di restare solo con la figlioletta, la costringeva a subire atti sessuali di vario genere.

“Quando la sua compagna non c’era, papà mi toccava le parti intime e mi baciava. Io gli dicevo di smetterla ma lui non lo faceva mai”. È l’agghiacciante racconto della minore reso in sede di incidente probatorio al giudice e alla psicologa.

Violenze che, secondo la minore, si sono ripetute per circa un anno, dal 2019 al 2020, nonostante l’invito della piccola al padre, di smetterla. Ad incastrare l’uomo, la testimonianza della minore, della mamma della bambina e una serie di messaggi e telefonate intercorse tra la bimba e il padre orco. L’uomo ora, è ora destinatario del divieto di avvicinamento.