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Napoli – “Stiamo lavorando a una dichiarazione finale che impegna i Paesi in modo molto serio ad una sensibilità comune sul contrasto al traffico illecito di beni culturali, scambio tra i giovani, circolazione dell’arte. Un’agenda molto importante, ma è importante in sé ritrovarsi intorno a questo tavolo”. Lo dice il ministro della Cultura Dario Franceschini che oggi a Napoli presiede la riunione plenaria dei 30 ministri della Cultura del Mediterraneo invitati alla due giorni di summit di Palazzo Reale. “In un momento così difficile per il mondo – sottolinea il ministro ai cronisti prima di dare inizio alla sessione – il fatto che Paesi lontani, in qualche caso anche ostili accettino di sedersi intorno allo stesso tavolo e di parlare di cultura del Mediterraneo mi pare un segnale molto importante”.

“La nostra idea sarebbe di avere ogni anno una città del Mediterraneo, del Medioriente, dell’Africa, dell’Europa dei Balcani che diventa in quell’anno capitale della cultura del Mediterraneo”. Lo dice il ministro della cultura Dario Franceschini a margine della sessione plenaria dei ministri del Mediterraneo riuniti nella due giorni di summit a Palazzo Reale di Napoli. “Ci stiamo ragionando – conclude – vediamo se la proposta passerà”.

Oggi – prosegue il ministro, anticipando che la dichiarazione finale alla quale stanno lavorando i ministri è un testo impegnativo di 11 pagine – noi parliamo del Mediterraneo per i problemi, per le tensioni, per gli immigrati che attraversano il mare. Nel futuro inesorabilmente sarà un lago di pace, citando la visione di Giorgio La Pira, con Paesi che si affacciano su questo grande lago con culture diverse, tradizioni diverse ma che hanno un destino comune. Cominciare questo discorso dalla cultura è veramente importante”.
Franceschini ricorda poi il messaggio inviato ieri al summit dal presidente del consiglio Mario Draghi:E’ coincisa la data del nostro incontro di Napoli con il viaggio a Kiev, ma ci ha mandato un messaggio importante, che condivido pienamente, il ruolo che l’Italia svolge nel Mediterraneo. In fondo siamo come un molo dentro questo grande lago, il nostro ruolo è centrale in questo momento”. L’Italia, fa notare il ministro è “saldamente in Europa, siamo una porta di accesso all’Europa, ma siamo qui vicini ai paesi del Medioriente, del Mediterraneo, dove si affacciano altri continenti. Noi siamo al centro di questo dialogo e dobbiamo essere protagonisti di questo percorso”.