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Ricorso per Pierluigi Rotondi (avvocato Cosimo Ciotta) non accolto in Cassazione. Confermata la sentenza della Corte di Assise di Appello di Napoli. Il 34enne di Tocco Caudio è stato riconosciuto responsabile, in concorso con Paolo Spitaletta, 53 anni (condannato a trent’anni di reclusione), per il delitto di Valentino Improta, il 26enne di Montesarchio ucciso con due colpi di arma da fuoco, calibro 12, e poi carbonizzato il 4 maggio del 2018 in una Fiat Punto di proprietà della madre in località Cepino di Tocco Caudio, un luogo isolato sul Monte Taburno.

Secondo gli inquirenti, Paolo Spitaletta e Pierluigi Rotondi agirono nel timore che Improta potesse collaborare con la giustizia per alleggerire la sua posizione processuale in ordine alla rapina e all’omicidio ai danni dell’83enne Giovanni Parente. Così Spitaletta, in concorso con Rotondi, premeditavano ed uccidevano Improta, simulando l’organizzazione di un furto di rame sul Taburno. La sera del 2 maggio 2018 la vittima, a bordo del veicolo di proprietà della madre, alle ore 22:00 circa raggiungeva i due imputati e dopo essere giunti in località Le Martine di Tocco Caudio, si dividevano: mentre il 34enne restava a bordo della vettura in sosta in Contrada Le Martine, in attesa che venisse consumato l’omicidio, il 53enne saliva a bordo della vettura condotta da Improta e, dopo averlo condotto in un luogo isolato della località Cepino del Monte Taburno, parcheggiata la vettura in una piazzola di sosta, all’interno della stessa gli sparava con un fucile a canne mozze. Dopodiché sopprimeva e distruggeva il cadavere di Improta appiccando il fuoco all’autovettura, in modo da assicurarne la definitiva sottrazione alle ricerche altrui nonché da distruggere le tracce del reato. Infine, immettendosi sul sentiero posto sul lato opposto dell’area di sosta e percorrendolo a piedi per circa 30 minuti, raggiungeva l’area rurale dove l’attendeva il suo complice, per poi darsi alla fuga.