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NAPOLI – Non solo la convention di Sorrento col Forum Ambrosetti, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il premier Mario Draghi e mezzo governo (ma senza il Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che ha preferito disertare).

La ministra Mara Carfagna è tornata. Non a Surriento, come la famosa canzone invitava a fare. Ma comunque a Napoli. Per la precisione, a Bagnoli.

Dopo essersi data da fare per cambiare le regole del gioco e dare al sindaco di Napoli, già un anno fa, più poteri per vedere finalmente riqualificata l’area ex Italsider, ha convocato una “cabina di regia”. E fatto la prima mossa.

Che ora sia una vetrina promozionale in vista delle prossime elezioni politiche o l’inizio di una svolta, questo solo i fatti lo diranno.

E quindi, vedremo che peso avranno queste parole: “C’è un cambio di passo importante – ha dichiarato la Carfagna all’inizio della riunione di stamattina – Mi auguro che, da qui ai prossimi anni, perché non sarà evidentemente un percorso breve, Bagnoli possa trasformarsi da causa persa di Napoli, della Campania e dell’intero Mezzogiorno, in una scommessa vinta nel simbolo di un Sud che vuole riscattarsi”.

E comunque, è chiaro che la ministra vuole sempre più accreditarsi come leader dell’area più progressista di Forza Italia: “Forza Italia sta rilanciando bene la sua iniziativa all’esterno, lo abbiamo visto anche alla manifestazione di Napoli. E penso che tanto più riaffermerà, consoliderà la sua vocazione di partito liberale, moderato, europeista, atlantista, tanto più sarà in grado di crescere e di conquistare consensi. Su questo non mi sono mai mossa ed è una linea che ho sempre adottato senza alcuna esitazione”.

Quindi, la Carfagna è più draghiana che mai. In vista, magari, di un Draghi-bis nel 2023. Tant’è che, parlando di Regioni, ha lanciato anche questo messaggio: “Bisogna fare in modo che la legge sull’autonomia differenziata non aumenti i divari, non li consolidi e non li cristallizzi. Se andasse in questa direzione, del resto, andrebbe contro tutto il lavoro che il governo Draghi ha impostato sin dall’inizio del suo insediamento”.