Benevento – Oreste Vigorito non lascia. Anzi, rilancia. Il presidente giallorosso in un intervento televisivo ha chiarito la sua posizione e la sua volontà per il futuro del Benevento Calcio. “Avevo avvertito un forte senso di apatia nell’ambiente, ma finché i tifosi saranno al mio fianco ci sarò anche io”. Le sue dichiarazioni:
Emozioni – “Nei miei primi anni di presidenza ho avuto l’abitudine di saltare gli incontri con la stampa perché mi faceva piacere parlare con la gente, e dai discorsi fatti con la gente traevo la ragione per cui ero a Benevento. In questo momento mi piace socchiudere gli occhi e pensare a cosa ho visto qualche giorno fa in televisione. Quello che ho visto non mi ha fatto sentire più importante, ma mi ha reso solo felice. Ho rivisto visi con entusiasmo, che non fanno venir meno in me la passione per il calcio. Mi sono anche emozionato”.
Dimissioni – “Varrebbe la pena dare le dimissioni ogni giorno se il risultato è questo, se serve ad allontanare l’apatia. Saremmo poco onesti e poco chiari se dimenticassimo qual è stata una delle ragioni per cui stavo pensando di andare via. Mi riferisco al disinteresse della gente, al minore entusiasmo delle persone che preferiscono la poltrona invece dello stadio. Assenze che non compensano la passione che dai”
Striscione – “Poi arriva qualcuno che non so con quale diritto di libertà emette la sentenza dicendo di andarmene via. L’opinione delle persone può essere più o meno uguale alla tua, ma bisogna ascoltare anche gli altri. E’ passato un po’ di tempo da quando si veniva messi al rogo con false accuse. Questa non è stata la causa della mia riflessione”.
Cuore – “Complice il lockdown, complice la disaffezione della tifoseria e qualche sconfitta sul campo ho iniziato a pensare di essere solo uno in più, di quelli che portano solo il pallone. Non era questo il mio obiettivo perché il pallone per me è stato sempre solo un mezzo per arrivare al cuore della gente. Questo è stato sempre il mio approccio con il calcio e lo resterà. Prima che questo mio modo risultasse sciupato, avevo pensato di andare via con i ricordi più belli e le emozioni positive incancellabili da un becero messaggio o da una critica fatta fuori da ogni misura”.
Istituzioni – “Qualche giorno fa ho parlato con il sindaco Mastella che ringrazio per la cordialità della discussione. Ho ripreso il dialogo con lui, mi sembra però assurdo che per riprendere il dialogo bisogna criticare. Evidentemente abbiamo sempre bisogno di un temporale per rasserenarci. Abbiamo parlato di questa convenzione, un problema che non si risolve mai. Abbiamo parlato delle opere di cui il comune deve farsi carico. Quest’anno alcuni lavori hanno portato alla riduzione dei posti, da 18mila a 14mila che in caso di promozione in serie A non basterebbero. Tutto questo avveniva in assenza di alcuna comunicazione ufficiale, come se il mio diritto fosse solo quello di fare il presidente di calcio. Era questo che mi aveva stancato”
Nessun alibi – “Sono convinto di una cosa. Dobbiamo riprendere le vecchie abitudini, la squadra almeno un giorno a settimana si allenerà a porte aperte e spero di vedere tanti tifosi al campo. Vorrei vedere sempre più gente allo stadio, la campagna abbonamenti che si aprirà non fornirà più alibi ai tifosi perché ci saranno prezzi bassissimi. Affronteremo un anno difficile. Lo scorso anno eravamo al penultimo posto per presenze allo stadio, solo il Pordenone aveva fatto peggio”.
Fondi – “Nel prossimo campionato saranno tanti i club blasonati, le cui proprietà saranno per la maggior parte rappresentate dai fondi. E i fondi non aiutano di certo i presidenti come me, che sono ormai merce rara. Noi presidenti siamo soli a rincorrere questi fondi. La sensazione che ho è che questi fondi siano irraggiungibili e ci facciano iscrivere a un campionato in cui un presidente normale non è competitivo. Forse insieme possiamo sfidare anche queste proprietà”.
Critiche – “Nessuno è stato mai condannato per le critiche che vengono profuse. Forse qualcuno chiede le cose in modo sbagliato. Lo spettacolo della curva sud è stato bellissimo. In quella manifestazione c’era il cuore, non contano i numeri ma la passione. Quella gente lì avrà sempre Vigorito fin quando Vigorito avrà la forza di fare il presidente. E godo di ottima salute, non ho nessuna voglia di andare in pensione, ma voglio farlo solo insieme a voi. Solo a questa condizione. Non ho bisogno di venire al Ciro Vigorito con gli spalti vuoti solo per ricordare mio fratello. Quello posso farlo anche a casa da solo. Questo non lo dico perché voglio essere pregato, ma perché do molto valore all’affetto umano”.
Campagna abbonamenti – “Farò una campagna abbonamenti degna delle tasche di tutti, vogliamo aiutare chi ha bisogno di essere aiutato. Costruiremo una squadra dignitosa, che dia delle soddisfazioni e che sudi la maglia. Che lo faccia per sé, per i tifosi e per la società. Mi piacerebbe che per entrare allo stadio ci fosse bisogno di fare la fila, sogno un ritorno al passato”.