Napoli – Voleva per il suo ultimo viaggio tornare alla Sanità, il Rione dove era nato suo padre Totò: era questo il luogo del cuore per Liliana de Curtis morta a 89 anni dopo una vita impegnata a custodire la memoria del grande artista. E la Sanità l’ha abbracciata con un lungo applauso al l’ingresso e all’uscita della Chiesa di Santa Maria ai Vergini, la stessa dove Totò fu battezzato, a pochi passi dalla casa natale.
Di fronte, il Palazzo dello Spagnolo, scelta come sede del museo di Totò mai nato, due piani del gioiello barocco tra i più fotografati dai turisti in un rione non più solo simbolo di difficoltà e degrado come fino a pochi anni fa. Tra la gente c’è chi ricorda la leggendaria generosità del Principe, e con la stessa discrezione ha proseguito le attività benefiche Liliana, per i bambini, per aiutare i ragazzi nello studio. “Amore e aiuto, questo il suo motto, come quello del nonno che sono riuscito a conoscere e che era un grande uomo” racconta il figlio maggiore di Liliana, Antonello Buffardi de Curtis. Il feretro arriva direttamente da Roma dove Liliana si è spenta venerdì scorso.
Le ultime parole di Totò, si narra, furono ‘Non mi sento bene, portatemi a Napoli’ e qui alla Sanità ebbe il celebre funerale con la cassa vuota, dopo i due a Roma e alla Chiesa del Carmine di Napoli. Nonostante il caldo la chiesa si riempie, Don Michele parla del ‘ritorno’ tanto desiderato.
“Il sogno di mia madre era quello di tornare a Napoli – dice la terzogenita Elena Anticoli dall’altare – lei voleva stare qui, alla Sanità. Oggi mi fai piangere, ma fino a ieri mi hai fatto sorridere. La vita è fatta di opposti: gioia e dolori. Senza amore la vita perde il suo significato. Mentre scrivo sento il tuo respiro flebile e stanco. A breve questo respiro non lo udirò più. Ma mi pervaderà il sollievo perché la tua sofferenza è terminata. Apparterrai alla morte, sei diventata seria, hai abbandonato le pagliacciate dei vivi. Grazie, mamma, mi hai permesso di starti accanto fino alla fine. Te vojo bene assaje”.
E’ Elena , già da qualche anno ad aver raccolto dalla mamma il testimone della battaglia per il museo Totò di cui si parla da quasi un quarto di secolo e che sembra ora destinato a una nuova più idonea sede anche con un intervento del Ministero della Cultura.
La voce di Liliana, che è stata anche attrice, viene diffusa nella chiesa, recita la poesia paterna ‘Sarchiapone e Ludovico’, quella dedicata ad un vecchio cavallo della Sanità. Sull’altare anche il nipote Simone ricorda la forza e lo spirito di sua nonna, l’attaccamento ai napoletani. Molto vicino alla famiglia c’è Enzo Decaro, che con Liliana ha collaborato, arrivano l’attore Giacomo Rizzo, il vicesindaco Mia Filippone con la fascia tricolore. Il proprietario della vicina casa natale Giuseppe de Chiara spera nella nuova amministrazione comunale per combattere il degrado della facciata del palazzo e non solo. Liliana riposerà nella cappella di famiglia al cimitero del Pianto, accanto al padre. Ed lì che si trovano anche le spoglie di Liliana Castagnola , l’attrice e ballerina che nel 1930 si suicidò per amore di Totò. In suo ricordo il Principe chiamò Liliana la sua unica amatissima figlia avuta da Diana Bandini Rogliani.