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Napoli – Pugnali, katane, mazze da baseball. Bombe farcite di chiodi, kalashnikov, balestre, pistole artigianali, ‘pipe bombs’, fucili da cecchino, E ancora tirapugni di acciaio, coltelli da cucina, asce medievali, mitragliatori, bombe a mano e addirittura razzi, di quelli utilizzati nella guerra dei Balcani.
Un campionario vastissimo nell’elenco di sequestri messi a segno dai Carabinieri del comando provinciale di Napoli.
Strumenti sottratti soprattutto a giovanissimi, portati in giro durante la movida, nelle serate per locali o addirittura a scuola, in aula.
Il comando provinciale Carabinieri di Napoli ha da tempo promosso servizi mirati con attenzione soprattutto ai più giovani.
Repressione, dunque, ma anche prevenzione. In strada e nelle scuole, con svariate iniziative per promuovere il dialogo con le istituzioni e la cultura della legalità.
Nei primi 5 mesi del 2022, i carabinieri di Napoli e provincia hanno sequestrato 365 armi di varia natura. 158 da taglio, 123 da fuoco e 78 di quelle definite improprie: per intenderci mazze, tirapugni, nunchaku ed altre. Conti alla mano si parla di quasi 3 armi sequestrate al giorno.
365 potenziali minacce che si traducono in 153 denunce in stato di libertà per porto abusivo di armi e 37 arresti. Tra questi anche minori: 37 quelli denunciati, 3 quelli finiti in manette.
Un dato allarmante che racconta di 1 minore denunciato o arrestato ogni 36 ore. La scusa più diffusa? “Mi serve per difendermi!”. E spesso chi ha tra le mani o in tasca un coltello non sa di essere potenziale portatore di violenza oltre a commettere un reato.

Ogni luogo è potenzialmente teatro di violenza, specie tra i più giovani. Tra i casi più recenti quello del 7 maggio scorso ad Arpino di Casoria dove le piste di un bowling sono diventate per pochi ma interminabili minuti un vero e proprio ring. Un “fuggi fuggi” generale dove ad avere la peggio fu un 14enne che riportò un trauma cranico e diverse ferite da arma da taglio al torace.
E proprio poche ore fa i militari della locale stazione hanno identificato e denunciato 7 giovanissimi dai 14 ai 16 anni, tutti incensurati. L’arma utilizzata non è stata trovata ma ciò non impedirà loro di rispondere di rissa.
Molto attuale anche il caso di un 18enne di Torre del Greco.
Alta la percentuale di ragazzi tra i 18 e i 20 anni sorpresi in possesso di coltelli e tirapugni.
Quanto a Torre del Greco, i Carabinieri della locale sezione radiomobile hanno fermato il giovane mentre passeggiava sul litorale. Perquisito, è stato trovato in possesso di un tirapugni. Il controllo è stato esteso anche alla sua abitazione ed è lì che i militari hanno trovato e sequestrato due coltelli a serramanico. Dovrà rispondere di porto abusivo di armi.
Ancora un tirapugni, questa volta tolto dalle mani di un 15enne.
È successo a Marano, in un sabato sera di movida.
Tre i ragazzini di Caivano tra 15 e 16 anni segnalati dai passanti spaventati in via Marina a Napoli perché armati di coltelli e tirapugni. Armi messe in mostra con spavalderia che sono costate loro una denuncia penale.
Un 17enne è stato trovato in metro al Vomero con un coltellino a serramanico. Grazie all’utilizzo dei metal detector, i carabinieri sono stati in grado di sottrarre la lama al giovane prima che si mischiasse nella folla della movida notturna.
A Nola un 17enne è stato sorpreso con 2 proiettili calibro 22 in tasca e una dose di cocaina.

Alla luce della recente recrudescenza delle aggressioni fatte con armi in città e provincia, il comando provinciale Carabinieri di Napoli ha incrementato i servizi di contrasto all’uso e al porto abusivo di armi. I più giovani, purtroppo, non si rendono conto che portare un coltello non è solo un reato. E’ pericoloso per gli altri e per se stessi. Una lama può provocare gravi ferite o la morte di qualcuno. Puntando ai più giovani, stiamo attuando una campagna di sensibilizzazione e prevenzione. Anche nelle scuole.
Invitiamo tutti, soprattutto i ragazzi, ad evitare il rischio dell’uso improprio di un coltello. Un coltello ferisce, un coltello uccide, un coltello provoca lesioni che possono essere permanenti. La vita non è un videogioco”. Lo afferma il comandante provinciale Carabinieri di Napoli, generale di brigata Enrico Scandone.