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NAPOLI – Due riforme: quella del Reddito di Cittadinanza e della legge che regola lo scioglimento dei Comuni per infiltrazioni mafiose. Un’idea, quella relativa ai fondi del Pnrr da assegnare non solo coi bandi, vedi il caso degli asili nido. E una stoccata verso Vincenzo De Luca, reo di non utilizzare per la Campania tutti i fondi messi a disposizione dal Governo per rafforzare i Centri per l’Impiego e le politiche attive per trovare un lavoro.

Così il ministro del lavoro Andrea Orlando in occasione dell’agorà del Partito Democratico intitolata “Napoli libera dalla camorra” alla Domus Ars di via Santa Chiara, davanti a una sala piena pur senza dem di confessione deluchiana.
 
SUL REDDITO DI CITTADINANZA
 
Già oggi la legge prevede che nel Patto propedeutico per avere il Reddito di Cittadinanza ci sia l’obbligo da parte dei percettori di mandare i figli a scuola. Ma se servono ulteriori strumenti per rafforzare quest’elemento, io sono assolutamente d’accordo: lo trovo ragionevole”.
 
Il ministro si inserisce in questo modo nel dibattito che negli ultimi giorni si sta sviluppando soprattutto in seno alla maggioranza e alla stessa giunta di Gaetano Manfredi tra chi vuole riformare il Reddito di Cittadinanza (che vede capofila la vicesindaca Mia Filippone) e chi, al contrario, vuole mantenere il sussidio così com’è, come l’assessore alle politiche sociali del Comune, il pentastellato Luca Trapanese.
 
A dirla tutta, il ragionamento di Orlando va anche oltre: “Con il ministro alla scuola Patrizio Bianchi – annuncia – stiamo riflettendo anche su un altro dato: tra i percettori del Reddito di Cittadinanza, una grossa fetta ha una bassa istruzione. Addirittura, tra il 7-8% non ha nemmeno la licenza elementare. E’ un filone quello dell’istruzione – conclude il ministro – su cui, quindi, bisogna lavorare”.
 
Orlando, in ogni caso, difende il Reddito di Cittadinanza, percepito a Napoli e provincia da oltre 166mila famiglie, quando viene attaccato da chi sostiene che falsa il mercato del lavoro non facendo trovare manodopera soprattutto nei settori ricettivo e della ristorazione. “Da questo punto di vista lo si sopravvaluta – argomenta – Mentre lo si sottovaluta quando, invece, si toccano i temi della decresceta demografica, dei salari bassi e dei giovani che scappano all’estero”.
 
SULLO SCIOGLIMENTO DEI COMUNI PER CAMORRA
 
Orlando confida poi che ha già avanzato alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese un’idea per cambiare anche la legge che regola lo scioglimento dei Comuni per infiltrazioni mafiose: “Così com’è, con il semplice invio dei Commissari prefettizi, visti anche i tanti casi di recidiva, non funziona. Bisogna intervenire sulle macchine amministrative. Chi lavora da dipendente nei Comuni infiltrati, come i dirigenti, a differenza dei politici, ad oggi rimane al suo posto anche con lo scioglimento. Ai commissari, invece, andrebbe affiancata una sorta di Genio Civile per bonificare le macchine comunali e farle ripartire davvero. E’ una evoluzione della legge da fare”.
 
SUI BANDI DEL PNRR
 
E’ Paolo Siani, il fratello del giornalista Giancarlo ora deputato dem, a tornare sull’argomento e a suggerire a Orlando quanto segue: “Non sempre il meccanismo dei bandi per distribuire le risorse del Pnrr è valido. Si veda il caso degli asili nido: dove servirebbero di più, i Comuni spesso non partecipano ai bandi perché non hanno nemmeno i funzionari sufficienti o capaci di far presentare i progetti. Bisogna avere il coraggio di cambiare, quindi: di dare i soldi direttamente a chi ne ha bisogno. Altrimenti ci saranno sempre più asili nido dove già ci sono, nei Comuni più attrezzati e sempre meno laddove servono: nei Comuni più in difficoltà. E noi sappiamo che laddove ci sono meno asili nido, più forti sono i clan”.
 
LA STOCCATA A DE LUCA
 
Tornando ad Orlando, il ministro riserva una stoccata per il Governatore della Campania Vincenzo De Luca. Si riferisce anche a lui quando dice che “il Governo ha messo in campo 5 miliardi di euro per il rafforzamento delle politiche attive per i Centri dell’Impiego e per rendere più agevole la ricerca di un lavoro. Ma molte Regioni, soprattutto quelle che ne avrebbero più bisogno, non li hanno ancora spesi…”.