Napoli – “Teniamo i nostri riflettori accesi sul vaiolo delle scimmie e su questa coda di covid da controllare“. Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca nel corso della sua diretta Facebook del venerdì. “Dobbiamo fare attenzione – ha detto – in alcuni territori a problemi sui comparti zootecnci, saremo estremamente attenti e rigorosi per tutelare gli allevamenti ma soprattutto la salute dei cittadini“.
“Le nostre battaglie quotidiane riguardano anche i fondi nazionali della Sanità ripartiti dal Ministero della Salute“, ha proseguito il presidente della Regione Campania. “Noi aspettiamo – ha detto – ancora risposte dal Ministero della Salute sul riparto del fondo sanitario nazionale, in cui la Campania è ancora oggi ultima d’Italia nel rapporto tra finanziamenti e popolazione. E’ un dato che non intendiamo tollerare un minuto di più. Avremo nelle prossime settimane motivi di impegno e battaglia politica come sempre“.
“Sulla sanità comincio dal buon lavoro a 800 giovani medici che prestano il giuramento a Ippocrate lunedì prossimo a Napoli. In Italia c’è una forte carenza di medici e dunque serve una linfa vitale, sangue fresco, nuove energie“. Ha aggiunto Vincenzo De Luca nella sua diretta Facebook. “Qualche giorno fa – ha detto – c’è stata un’attenzione nazionale per l’ingolfamento del pronto soccorso del Cardarelli. Sono partite speculazioni e aggressioni mediatiche, ma sono bastate 24 ore per far emergere che è un problema di tutta Italia. Mancano ovunque i medici nei pronto soccorso e nelle strutture di emergenza, perché le spese per il personale medico sono ferme al 2004 per legge nazionale. E poi perché, come accade in Campania, si fanno concorsi per medici nel pronto soccorso e i medici non partecipano. Abbiamo fatto decina di concorsi senza esito, perché l’impegno è diventato davvero stressante, pesante e faticoso, di grande tensione e richiede anche un’attenzione contrattuale e normativa sulla retribuzione adeguata alla fatica, alla tensione, allo stress. Da questo punto di vista le decisioni sono nelle mani del Ministero della Salute, sia sul numero di medici che sul trattamento specifico che va dato loro. Vediamo se le vicende di queste settimane spingano il Ministero per prendere decisioni efficaci in tempo utile. Per il momento nessuna iniziativa, cosa sconcertante“.