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Benevento – Gravi e critiche le condizioni delle carceri in Italia. E nell’area sannita la situazione non costituisce un’ eccezione alla regola nazionale. 

E’ sconsolante il quadro emerso quest’oggi all’Orto di Casa Betania nel corso di un incontro promosso dal Garante dei detenuti, Samuele Ciambriello, che ha svolto un’articolata relazione in merito.

Il problema evidenziato dal garante è strutturale: manca il personale di servizio nelle Carceri ed in particolare manca quello necessario al supporto e finalizzato ad un percorso di reinserimento e di riscatto del detenuto nella vita sociale al termine della pena, secondo lo spirito e la lettera della Costituzione. Al di là delle statistiche e delle cifre sui reati commessi, quello che viene posto in primo piano è proprio la difficoltà strutturale del sistema a garantire un rapporto tra l’Istituzione carceraria ed il detenuto in grado di supportare le iniziative di recupero alla vita sociale e civile di chi sta scontando la pena detentiva. Ai lavori hanno preso parte anche il Procuratore della Repubblica Aldo Policastro ed il Presidente del Tribunale Marilisa Rinaldi.

Ciambriello è stato molto critico: “La fotografia che traspare ci porta numeri di criticità sconvolgenti.  Fino al 31 dicembre del 2021  a Benevento abbiamo riscontrato 20 tentativi di suicidio, 66 atti di autolesionismo e 2 suicidi; ad Ariano Irpino  i dati ci dicono di 10 tentativi di suicidi, 73 atti di autolesionismo, 1 suicidio 74 sciopero della fame e della sete”. Quindi ha esortato: “Servono operatori sociali, ma scarseggiano . Sono manchevoli le figure di psicologhi, psichiatri. Tra Benevento e Ariano  purtroppo riscontriamo forme di autolesionismo. Il carcere non può essere una discarica sociale, non può essere una bomba ad orologeria. Occorre intervenire celermente. Mancano educatori nelle carceri “. Per il Garante Ciambriello occorre responsabilità: “occorre  vincere l’indifferenza, il cinismo. L’indifferenza è un proiettile silenzioso che uccide lentamente. In Campania riscontriamo oltre 400 vittime per mano della camorra, il 70% dei familiari attende ancora oggi giustizia e verità. Occorre coraggio”.

Nel nostro circondario i dati dei reati sono in lieve flessione – ha sottolineato il procuratore PolicastroBenevento raccoglie non solo detenuti sanniti ma anche di altri parte del territorio nazionale con problematiche che si ripropongono. La qualità trattamentale deve essere fondamentale come vale per la civiltà”. La presidente del Tribunale Marilisa Rinaldi ha spiegato che è necessario puntare sul reinserimento sociale dei detenuti: “Diventa indispensabile farlo. Si discute tanto dell’ergastolo ostativo, è un problema che esiste e si può afre solo provando a reinserire il detenuto in percorsi sociali, altrimenti è un fallimento di tutta la società. Tutti devono capire come fare meglio anche chi appare irrecuperabile”.