Benevento – Grottesco e imbarazzante. Massimo Pulcinelli a novembre spegnerà 58 candeline ma sui social continua a sfoderare comportamenti conformi a quelli di un teenager. Due anni fa pretendeva che il Benevento, già promosso in A, si presentasse in ciabatte al Del Duca nell’ultima giornata di campionato e regalasse all’Ascoli i punti-salvezza che tanto desiderava. La Strega vinse onorando l’impegno, i bianconeri si salvarono ma il loro patron non mandò giù il boccone accusando Inzaghi e Foggia di non aver mollato la presa. Come se nello sport i risultati debbano essere qualcosa da stabilire a tavolino.
Un episodio isolato, si pensò al tempo, frutto di uno sfogo dovuto all’adrenalina, ma Pulcinelli si sarebbe superato l’estate successiva, quando il Benevento (di Inzaghi e Foggia) fallì l’obiettivo salvezza in serie A. Altro giro, altra corsa, con esultanza su Instagram per ‘brindare’ al fallimento dei suoi personali rivali. Una caduta di stile poco adatta all’abito dirigenziale indossato e all’incarico ricoperto, ma evidentemente nessuno glielo ha fatto notare con decisione. Al punto che ieri il ‘nostro’ si è ripetuto indossando la classica maschera allegorica. I suoi post sono ormai un appuntamento fisso: a ogni obiettivo fallito del Benevento, ecco che arriva la notifica. Due storie su Instagram, stavolta ancora più pepate vista la delusione cocente dell’eliminazione patita dall’Ascoli al preliminare per mano di Lapadula.
“Peccatoooo! Perdete tempo ancora… alla fine il conto arriva sempre. Da Caserta a Foggia andare a casa con la barba fatta è un attimo. Ultimo atto di una sceneggiata ridicola, senza calcio. Dio esiste”. A corredo, le immagini della festa del Pisa. Più che grasse risate, dietro la maschera di Pulcinelli c’è un pianto malinconico che crea tanto imbarazzo alla parte sana del calcio italiano. Un mondo che purtroppo dà voce a troppi personaggi in cerca d’autore.