NAPOLI – Palazzo delle Arti di Napoli. Sabato mattina. Tempo incerto. Assemblea dell’associazione Volare. Panel con che riproduce una giraffa perché, come spiega il senatore dem Tommaso Nannicini, “bisogna avere sempre lo sguardo lungo, anche e soprattutto di questi tempi”.
Il titolo dell’iniziativa è “Il riformismo è morto. Viva il riformismo”. Sottotitolo: “La ricreazione è finita”.
Allora: domanda semplice semplice per Enzo Amendola, ex segretario regionale dem, ex ministro, ora sottosegretario agli affari europei del Governo Draghi.
Qui a Napoli, fra De Luca e Manfredi, il riformismo è vivo, morto o x?
Risposta: “Fra De Luca e Manfredi, il riformismo è un salto di qualità perché tutte le risorse europee che dovranno essere seguite vedono due personalità che hanno forza, intelligenza e soprattutto sanno che le rispettive macchine amministrative che guidano devono essere aiutate a cambiare. Quindi, io sono ottimista”.
Non c’è il pericolo che si riproponga lo scontro che per anni ha caratterizzato De Luca in Regione e De Magistris al Comune?
“De Luca e Manfredi sono due persone molto pragmatiche. E il pragmatismo, in questo periodo di grande crisi economica, è segnale di intelligenza”.
E quindi, poche chiacchiere. Ma uno spiffero, sì.
Nella sala del Pan che vede la presenza anche dell’ex ministra all’istruzione Valeria Fedeli, di Marco Plutino (uno dei prof ribelli al sistema De Luca tant’è che, dopo aver snocciolato i dati Eurostat secondo i quali in Campania il tasso di occupazione è al 41%, 27 punti sotto la media Ue, 17 sotto quella italiana, sancisce che “qui il riformismo è morto”), dell’ex responsabile della comunicazione di Renzi Francesco Nicodemo, dell‘assessore comunale al bilancio Pier Paolo Baretta (“il nostro è un tentativo di riformismo applicato”), lo spiffero è quello secondo il quale il Pd regionale può evitare il commissariamento solo con la nomina dell’ex governatore della Basilicata Vito De Filippo.