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Benevento – “Parola“, non solo un album di inediti ma molto di più, un progetto artistico e culturale rivolto verso la società e in particolare alle nuove generazioni. Il cantautore Giovanni Caccamo decide di superare le barriere del disco con la musica e il dialogo, attraverso la collaborazione con altri artisti e in primis con gli studenti, per portare un messaggio concreto di speranza e soprattutto di voglia di cambiamento. E lo fa attraverso il progetto collettivo ‘Parola ai giovani‘, ideato proprio con l’obiettivo di dare voce ai ragazzi e creare con loro un Manifesto sul cambiamento che sarà poi pubblicato e consegnato al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e a Papa Francesco, con una raccolta dei testi più significativi. 

Il cantautore siciliano questo pomeriggio ha incontrato gli studenti dell’Università degli Studi del Sannio e ha avuto modo di creare un confronto per condividere idee e far capire ai giovani l’importanza della parola, con lo scopo di riaccendere in loro una speranza. L’evento, inizialmente previsto all’Auditorium Sant’Agostino di Benevento ma poi spostato in un’aula dell’Unisannio, si è svolto alla presenza di un gruppo di ragazzi che ha contribuito ad aggiungere dei tasselli importanti al nuovo progetto di Caccamo: “E’ un lavoro che parte da un appello di Andrea Camilleri – ha spiegato il noto cantautore – che si rivolse ai giovani chiedendo di far partire un umanesimo della parola. Sapevo che per far partire un umanesimo, naturalmente, non bastasse solo un mio contributo ma servisse un contributo corale, quindi ho deciso di dedicare questi mesi della mia vita alla mia generazione, ai giovani, per porre loro una domanda: ‘Cosa cambieresti della società in cui vivi e in che modo?’. Ogni ragazzo può partecipare alla creazione di questo manifesto del cambiamento rispondendo a questa domanda e scegliendo una parola di cambiamento. 

Le parole – ha aggiunto – che mi hanno colpito di più, anzi quelle più ricorrenti sono: ascolto, empatia, comunità. C’è un grande desiderio dei ragazzi di essere ascoltati, di avere degli spazi che possano consentire loro di ritornare ad essere comunità. I social ci rendono sempre più isole per quanto ci illudano di una vicinanza che poi in realtà si rivela soltanto fittizia. E’ un progetto collettivo, un test che a volte mi lascia particolarmente scoraggiato, altre volte gli stereotipi coincidono con la realtà e altre volte invece mi commuove e mi fa capire che c’è una grande speranza e possibilità di cambiare le cose”.

Si tratta di un progetto nato in collaborazione con i maggiori atenei universitari italiani: “Siamo a metà del percorso, – ha concluso Caccamo – stiamo girando un po’ tutta l’Italia e quindi vedremo dove questo viaggio ci porterà. Cercherò di creare una sorta di estratto che sia quanto più possibile fedele alla realtà, perché oltre alle parole di cambiamento degli studenti si aggiungeranno poi quelle di giovani eccellenze del mondo dell’arte, dello sport, della musica, della scienza, quindi sarà un lungo viaggio che parte dalle università e finisce nelle eccellenze italiane”.