NAPOLI – Nove napoletani premiati ai David di Donatello: quasi una squadra di pallone. La ciliegina sulla torta per una città che, ormai, tra scrittori, attori e cineasti fa dell’arte e della cultura un suo fiore all’occhiello e dice di volerci puntare sempre più.
Ma la politica come ha reagito davanti al trionfo di ieri sera?
Detto che per l’occasione si torna a parlare di come impiantare in città una vera e propria industria del cinema (lo ha fatto, ad esempio, Francesco Pinto questa mattina sulle pagine di Repubblica Napoli) e ricordato che, ad ogni affermazione (anche sportiva, come gli Scudetti del Napoli), si scivola quasi automaticamente sul riscatto più generale che meriterebbe Napoli, di una Cittadella della produzione cinematografica, in realtà, se ne era parlato anche nella scorsa campagna elettorale, quando da più parti si avanzava l’idea di impiantarla a Bagnoli.
Fatto sta che, finora, non si è realizzata nemmeno un’altra idea (molto meno impegnativa) avanzata da Valeria della Rocca, ad esempio.
L’imprenditrice nel settore turistico esperta anche di dimore storiche della Campania da utilizzare come locations cinematografiche, propose di cominciare a strutturare un semplice ufficio comunale tutto dedicato alle produzioni. Ma finora, nulla.
Comunque, curiosamente, proprio su un ufficio del genere, si è sviluppata la prima delle due rivendicazioni del trionfo ai David di altrettanti sindaci passati: quella di Antonio Bassolino.
Sul profilo Facebook della moglie, Anna Maria Carloni, infatti, viene ripreso un commento di Antonia Cuviello, una ex dipendente comunale “che ricorda quando, nel 1996, fu Renato Nicolini, all’epoca assessore alla cultura del Comune di Napoli, a pensare di creare l’ufficio cinema denominandolo “Napoli set Cinematografico”. Quell’esperienza – è la rivendicazione di oggi – permise a Paolo Sorrentino di muovere i primi passi dietro la macchina da presa come assistente del regista Antonio Capuano.
Il secondo ex sindaco che rivendica le vittorie ai David è, invece, Luigi de Magistris:
“Ci abbiamo sempre creduto, anche in direzione ostinata e contraria – si legge sui suoi profili social – Anche quando la politica faceva pagare l’occupazione di suolo pubblico agli artisti di strada oppure ostacolava le produzioni televisive e cinematografiche, oppure operava solo per occupare la cultura per un consenso peloso, senza sostenerla come strumento di liberazione di coscienze e menti”.
“Sono fiero che in questi dieci anni di riscatto della città, Napoli sia stata la prima città d’Italia per crescita culturale e turistica e che tantissimi successi siano maturati in anni in cui abbiamo scommesso su Napoli e i suoi talenti mentre la città e il suo popolo venivano mortificati dal circuito mediatico-politico dominante”.
E insomma. Comparso il The End a capo delle rivendicazioni dei passati primi cittadini, l’attuale sindaco, Gaetano Manfredi?
Lui l’ha mesa così: “Congratulazioni ad Antonio Capuano, Paolo Sorrentino, Silvio Orlando, Eduardo Scarpetta, Teresa Saponangelo, Daria D’Antonio, Leonardo Di Costanzo, Valia Santella e Bruno Oliviero: il loro successo è l’ennesima conferma della forza del talento napoletano, ma è anche il frutto della creazione di una ‘fabbrica dei sogni’ che va consolidata nella sua capacità industriale. Da parte nostra c’è tutto l’impegno nell’intensificare gli sforzi amministrativi a sostegno delle produzioni audiovisive che rafforzano e valorizzano l’immagine della nostra città in giro per il mondo”.
E’ Napoliwood, bellezza.