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La traccia del tema l’ha dettata ancora una volta Palazzo Santa Lucia: si parla di rifiuti, meriti o responsabilità, fate voi, vanno ascritti alla delibera con cui la Regione ha recentemente individuato gli impianti utili a chiuderne il ciclo. Due quelli previsti nel Sannio: Casalduni e Sassinoro (leggi qui la notizia).

Pochi? Giusti? Troppi? Dovrebbe dircelo innanzitutto l’Ato, chiamato a licenziare il Piano d’Ambito. Ma è la solita Tela di Penelope… La polemica invece non si è fatta attendere. Ad alzare la voce il deputato del Movimento Cinque Stelle Pasquale Maglione che ha parlato di “territorio calpestato”. Non una presa di posizione sorprendente considerato che contro l’impianto di Sassinoro, proposto e realizzato (o quasi) da una società privata, la New Vision, il parlamentare pentastellato si era già e più volte espresso in passato.

A replicargli è oggi Carmine Agostinelli, segretario provinciale di Noi di Centro, partito che fa capo al sindaco di Benevento Clemente Mastella. Agostinelli ha ricordato che sull’impianto è pendente un giudizio presso il Consiglio di Stato: “Siamo tutti in attesa di comprenderne l’evoluzione”. Si fosse fermato qui nulla da dire, anche rispetto alle stilettate inviate alla controparte (“un modesto gregario del Pd”). Fanno parte del gioco. Ma l’esponente centrista va oltre e ‘bolla’ l’interlocutore grillino come l’uomo dei no: “Nel Sannio dice di no a tutto: no ad ogni forma di eolico, no al petrolio, no ad ogni tipo di impianto, no e basta su tutto”.

E allora una sottolineatura è d’obbligo. Quando istituzioni locali, comitati e cittadini avviarono la battaglia contro il sito di compostaggio, furono in tanti a parteciparvi. E’ ancora in attesa di risposta, ad esempio, una interrogazione sulla vicenda protocollata a palazzo Madama il 3 ottobre del 2018 dalla senatrice Sandra Lonardo. Che scriveva: “…  l’impianto rappresenta a giudizio dell’interrogante un grosso rischio per l’ambiente, considerato, altresì, che ricade nel territorio facente parte del Parco del Matese, è a una distanza inferiore a 300 metri dalle falde acquifere, è ubicato a monte dell’invaso di Campolattaro e il territorio è già stato individuato nel Piano regionale per i rifiuti, con la designazione di un impianto di compostaggio regionale sito in Casalduni”.

Insomma, a farla breve, l’impianto della New Vision era considerato dalla Lonardo un pericolo per il territorio e incompatibile con il sito di Casalduni.

Cambierà pure la punteggiatura ma il virgolettato suona simile alle parole di Maglione. Consecutio logica, quindi, vorrebbe analoga censura per la senatrice come per il deputato.

O… no?