Palomonte (Sa) – È di 4 anni e 6 mesi di reclusione, la condanna inflitta dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Salerno, Pietro Indinnimeo, nell’ambito del processo con rito abbreviato, all’imprenditore di Capaccio Paestum titolare di un negozio di autolavaggio e rivendita auto, Antonio Paolino, detenuto agli arresti domiciliari da gennaio scorso, a seguito di una rapina avvenuta nell’estate del 2020 ai danni della filiale della Banca di Credito Cooperativo di Buccino e dei Comuni Cilentani sita in località Bivio di Palomonte.
L’accusa, per Paolino, ritenuto “la mente” del colpo alla Bcc, era di rapina, sequestro di persona e lesioni personali, tutte circostanze aggravanti che l’imprenditore capaccese avrebbe messo in atto con altre persone, anche loro arrestate e di un altro soggetto detto “il boscaiolo” indagato ma la cui posizione giudiziaria è rimasta estranea ai fatti.
Paolino, secondo quanto dichiarato con una testimonianza autoaccusatoria resa nelle scorse ore nel corso del processo preliminare, difeso ed assistito dagli avvocati Leopoldo Catena e Pierluigi Spadafora, sarebbe stato l’ideatore della rapina e ne avrebbe partecipato solo in un primo momento alla stesura del piano fino poi, ad abbandonarlo subito dopo. Idea che secondo la testimonianza di Paolino, sarebbe scaturita da una serie di difficoltà economiche che lui e la sua famiglia stavano vivendo quali vittime di estorsioni della camorra. Paolino inoltre, avrebbe riferito al giudice di non conoscere gli altri componenti del colpo alla Bcc.
Rapina progettata nell’estate del 2020 quando l’allora dipendente della filiale dell’istituto di credito, il cassiere William Graziano, si recò presso l’attività di autolavaggio di Paolino per permutare la sua auto e dove, durante una chiacchierata, il banchiere confidò all’amico imprenditore di attraversare un momento di difficoltà finanziarie. Problemi che affliggevano anche l’imprenditore capaccese che propose al cassiere di organizzare una rapina in banca. L’idea poi, troverà conferma successivamente in una serie di incontri organizzati nell’autolavaggio tra Paolino, William Graziano, e i complici reclutati dai due, Pietro Smaldone, Alain Paone, Giovanni Liguori e un rivenditore di legna detto “il boscaiolo”.
Al centro dei summit, Paolino e gli altri avrebbero concordato le modalità e i tempi per mettere a segno la rapina, programmando anche il sequestro del direttore della filiale, Francesco Cupolo, con la complicità del cassiere-talpa Graziano e la spartizione del bottino pari a 110mila euro. Un 50% del bottino sarebbe stato suddiviso tra agli esecutori materiali della rapina, mentre la restante sarebbe stata divisa tra ideatore e complici.
Detto, fatto. La rapina all’istituto di credito, con annesso sequestro del direttore della filiale della banca, avvenne il 13 agosto 2020 e fruttò ai malviventi un bottino di 110mila euro. A maggio dello scorso anno, l’indagine sull’accaduto portò i carabinieri di Contursi Terme ad arrestare Liguori, Paone, Smaldone e l’allora cassiere della Bcc, Graziano, accusati a vario titolo di concorso in rapina, sequestro di persona e lesioni personali.
Rapina alla filiale della Bcc di Palomonte, 4 anni e 6 mesi alla “mente” dell’organizzazione
Il bottino fruttò 110mila euro e il sequestro del direttore della filiale Francesco Cupolo
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