Tempo di lettura: 2 minuti

Avellino – “Spero che un giorno la mia famiglia possa perdonarmi”. Così in aula, Elena Gioia figlia di Aldo ucciso un anno fa nella sua abitazione di Corso Vittorio Emanuele. “Non volevo uccidere papà – continua la ragazza – Chiedo scusa a tutti”. La ragazza per la prima volta dell’inizio del processo ha parlato in aula. L’esclusione è avvenuta dietro un sipario per evitare ogni tipo di condizionamento.

L’avvocato della ragazza ha ripercorso le tappe fino ad arrivare al 2019 quando Elena ha conosciuto Giovanni Limata. “Non avevo la forza, perché spesso minacciava di farsi del male e voleva farmi sentire in colpa – racconta la ragazza – Non voleva che mi iscrivessi all’università, ha cominciato a inviarmi delle foto con le lesioni che si procurava. Ero stressata da questo fatto e dalle sue pressioni”. Nel periodi di Pasqua poi, voleva trascorre del periodo di tempo con Giovanni: la madre gli impedì. Attraverso un messaggio, Limata scrisse: “Tua madre sarà il problema che mi farà perdere il controllo un giorno, mi fa schifo la tua famiglia“. Dopo aver litigato più volte con la famiglia Elena scrisse un messaggio a Limata: voglio eliminare la mia famiglia, la risposta: ci penso io. “E’ stata una frase scritta solo per la rabbia. Ma non l’ho pensato veramente. Del resto non ricordo nulla di quel periodo” ha spiegato la ragazza in aula. Il ragazzo il prossimo 25 maggio produrrà memoria scritta.