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Denigrano il collaboratore di giustizia Nicola Schiavone (figlio del capoclan dei Casalesi Francesco “Sandokan” Schiavone) e il pm della Dda di Napoli Maurizio Giordano, i due imprenditori Sergio e Adolfo Orsi, padre e figlio raggiunti questa mattina dalle misure emesse dal Gip di Napoli per una vicenda di appalti truccati al Cira di Capua che ha coinvolto dipendenti del Centro di ricerche aerospaziali. Emerge da un’intercettazione dell’11 giugno 2021 allegata all’ordinanza cautelare. “Schiavone – dice Adolfo – sta a fare tutte figure di m…; solo Giordano lo porta oggi in tutta Italia! Però … sbatte in faccia al muro, perché ormai è inutile”. Sergio e Adolfo Orsi – il primo finito in carcere e il secondo raggiunto dall’obbligo di dimora – commentano in particolare un’udienza del processo ad un ex sindaco del Casertano accusato di collusione con il clan in cui è stato sentito Nicola Schiavone, e delle accuse rivolte da quest’ultimo all’imprenditore Fabio Oreste Luongo, finito in carcere stamani con Sergio Orsi. Adolfo spiega al padre, riferendosi sempre al pm Giordano, che “l’avvocato di Fabio ha detto questi qua, oggi non hanno più nulla, non hanno più nulla, ha detto si stanno sbattendo, allora cosa fanno quando non hanno nulla, sparano a cento, sparano a cento, duecento per vedere di acchiappare uno! perché stanno a fare … ha detto questa cosa qua le teneva in mano Maresca, Maresca però da persona più intelligente, invece di fare brutta figura, li stava facendo morire, così si eliminavano da sé e non si veniva a capire poi tante cose che non vanno … “.