Stefania Longo (Discipline storiche, pittura e arti figurative); Alberto Febbraro (Storia dell’arte); Cosimo Cairella (Discipline agricole, forestali e naturali); Giuseppe Iadarola (Beni ambientali); Francesca De Maria (Legislazione beni culturali): sono i nomi dei cinque nuovi componenti della commissione Paesaggistica di palazzo Mosti. Una cinquina monocolore, espressione della volontà della sola maggioranza mastelliana.
Esito che stravolge tutte le previsioni della vigilia e che è conseguenza di un cambio delle regole intervenuto a pochi minuti dall’inizio della seduta d’aula: niente più limitazione (con l’obbligo di indicare una sola preferenza) di voto per i consiglieri a cui è stata invece riconosciuta la possibilità di esprimere un nome per ciascuna delle cinque categoria di esperti. Novità frutto di una recente sentenza del Tar e che ha finito col tagliare le gambe alle minoranze che con la ‘vecchia’ procedura avrebbero avuto i numeri per eleggere due componenti. Date le premesse, inevitabili le proteste, con le opposizioni a contestare una “interpretazione” giunta last-minute e in contrasto con quanto riportato dal testo della delibera, redatto in base proprio alla vecchia normativa ed emendato in aula.
In realtà, ad alzare la tensione è stato proprio l’aspetto politico della vicenda, aspetto imploso quando dai banchi della maggioranza Luigi Scarinzi – in reazione a una pregiudiziale (“non ci è stata data la possibilità di visionare i curricula degli eleggibili”) presentata dal capogruppo di ‘Città Aperta’ Angelo Miceli – ha parlato di “accordo non rispettato”. L’intesa, nello specifico, si sarebbe sostanziata nel via libera a un nome dell’opposizione. “Non esisteva e non esiste alcun accordo. Nessuno qui ha chiesto niente, gli inciuci non ci interessano e non ci appartengono. Per noi state calpestando, e non per la prima volta, le regole. E non possono esserci compromessi tra trasparenza e politica” – la veemente reazione del portavoce di ‘Alternativa per Benevento’ Luigi Diego Perifano.
Ci ha provato il sindaco Mastella, allora, a smorzare i toni e a tentare una mediazione: “Siamo disponibili a una interlocuzione politica, nel segno della collaborazione. Se l’opposizione vuole possiamo votare anche un loro nome. Altrimenti, però, basta con i cavilli giuridici. Quelli servono nelle aule di tribunale e non in quelle istituzionali”.
Anche questa proposta, però, è stata rispedita al mittente da tutti i rappresentanti dei gruppi di minoranza.
Minoranza che, per inciso, perde ufficialmente un pezzo. Ai voti mastelliani, infatti, si è aggiunto quello di Antonio Picariello. E’ il primo (peraltro nell’aria da settimane) cambio di casacca della nuova consiliatura.