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NAPOLI – Bollettino del giovedì Santo dal centrodestra napoletano.

Notizia numero uno: dopo aver pensato di lasciare il partito all’indomani delle elezioni in Città Metropolitana, Salvatore Guangi torna a sentirsi un consigliere di Forza Italia a tutti gli effetti. Nelle ultime ore, c’è stato un incontro chiarificatore con il coordinatore del partito a Napoli, Fulvio Martusciello: complice anche l’assemblea nazionale che ha visto il ritorno in campo di Silvio Berlusconi, la crisi è stata messa alle spalle. A siglare la pace un comunicato firmato, oltre che da Guangi, anche dagli altri due consiglieri comunali di Napoli, Iris Savastano e Domenico Brescia, in cui si dichiara “sintonia e massima collaborazione con il partito napoletano” oltre che “apprezzamento per la grande riuscita della manifestazione di Forza Italia a Roma, frutto del lavoro del coordinatore nazionale Antonio Tajani”. Ad oggi, quindi, l’unico passaggio di casacca in consiglio comunale che si può considerare ufficiale è quello di Rosaria Borrelli: eletta tra le fila di Essere Napoli, la Lega la considera sua e risorge nella Sala dei Baroni.

Notizia numero due: Il consigliere in quota Forza Italia della Prima Municipalità Domenico Addattilo, d’intesa con il consigliere comunale Domenico Brescia, è tornato a sparare a zero sull’immobilismo a cui sono costretti i parlamentini di quartiere a ben sei mesi dalle elezioni: “Il centrosinistra di Manfredi è un’armata Brancaleone: si sta consumando, sulla pelle dei napoletani e a discapito di una buona amministrazione e del suo decentramento, una lunghissima notte dei lunghissimi coltelli”.

Notizia numero tre: “Politiche giovanili assenti, misure anti-movida inadeguate: Napoli non è una città per giovani”. Con questo grido di dolore rivolto in modo particolare all’assessore alle politiche giovanili e al lavoro Chiara Marciani, si sono compattati Emanuele Papa (consigliere V Municipalità Lega Giovani), Antonio Quaranta (Gioventù nazionale) e Gianfranco Succoio (Forza Italia Giovani). I tre hanno portato l’esempio di tanti spazi dedicati ai ragazzi ancora chiusi (come la biblioteca Croce e la Casa della Socialità) e hanno criticato “il coprifuoco a macchia di leopardo che crea una disparità evidente tra i gestori dei baretti di Chiaia, del Vomero e del centro storico, maggiormente penalizzati, e quelli degi altri quartieri”. In questo modo – hanno accusato – “si rende ancora più difficile, tra l’altro, la prospettiva imprenditoriale e commerciale già estremamente difficoltosa proprio per i giovani”.