Benevento – Tredici aprile 2008, non un giorno qualunque. Quattordici anni fa il Benevento riconquistava la C1 ottenendo la prima promozione dell’era Vigorito. Bastò un pari interno con la Vibonese a dare l’aritmetica certezza del traguardo conquistato con tre giornate di anticipo (1-1: vantaggio di Agnelli, pareggio dell’ex Mastrolilli ndr.). Ma cosa è cambiato in quasi tre lustri nel legame che unisce la piazza alla maglia giallorossa?
Chi era allo stadio, e successivamente in piazza a festeggiare, ricorderà senz’altro il sollievo provato al termine di quella stagione, la felicità nel mettersi alle spalle un quinquennio infelice caratterizzato da un fallimento e ben tre play off persi, uno dei quali per uno storico accesso in serie B. Sensazioni forse soppiantate dalla sbornia degli ultimi tempi, da una presenza stabile tra cadetti e serie A, dall’abitudine di vedere la Strega ad alti livelli.
Le presenze di quel giorno – a suo modo storico – furono 5.400, un dato inevitabilmente gonfiato dalla possibilità di far festa al novantesimo. Tanto per intenderci, la precedente gara interna con il Gela al botteghino fece registrare 2.400 presenze, ovvero ‘sole‘ seicento in meno rispetto a quelle attuali. Sui gradoni del Vigorito nelle ultime due partite di questo campionato contro Pisa e Vicenza a stento è stata raggiunta quota tremila spettatori. E se quella cifra è stata toccata, gran parte del merito è da ricondurre alle promozioni varate dalla società rivolte a scuole calcio, studenti e dipendenti di aziende affiliate a Confindustria.
Il prato dell’allora Santa Colomba somigliava più a una distesa di campagna che all’attuale manto erboso a 5 stelle. E il Benevento, soprattutto, era una squadra di serie C2 con tifosi che avrebbero riso a crepapelle se qualcuno gli avesse prospettato l’ipotesi di lottare un giorno per la serie A. Oggi quell’opportunità c’è, di nuovo, ma i numeri non sorridono affatto. Perché?