Tempo di lettura: 2 minuti

Caserta – Tornerà al suo posto, nel Santuario di Santa Maria di Mortola, a Rocca d’Evandro (Caserta), la campana seicentesca in bronzo decorato, alta 46 centimetri e con un diametro pari a 33 centimetri, scomparsa dal Santuario in circostanze ignote agli inizi degli anni Ottanta.
La campana, di proprietà comunale, fu ritrovata nel gennaio del 2021 dal sindaco di Rocca d’Evandro, Emilia Delli Colli, in un terreno davanti la sua abitazione; qualcuno l’aveva probabilmente abbandonata per farla ritrovare dal sindaco, secondo una leggenda diffusa 40 anni fa dopo la scomparsa della campana.
Si narra – racconta il sindaco – che la campana sarebbe ritornata al suo posto quando il Santuario fosse tornato a vivere. Ed in effetti negli ultimi anni abbiamo iniziato a riutilizzare il Santuario più spesso, grazie anche ad un’associazione, e probabilmente per questo che la campana è riapparsa”. Dopo il ritrovamento, la Delli Colli consegnò la campana ai carabinieri della Stazione di Rocca d’Evandro che, al fine di ricostruirne la provenienza, hanno avviato un’attività investigativa coordinata della Procura di Cassino (Frosinone).
Gli accertamenti sono stati effettuati in collaborazione con i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli e con gli esperti della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta e Benevento, e hanno permesso di identificare la campana, che sarà restituita oggi al termine della Santa Messa che il vescovo Gerardo Antonazzo (Diocesi di Cassino-Sora-Aquino-Pontecorvo) celebrerà al Santuario di Santa Maria di Mortola; presente anche il sindaco.
A consegnare la campana i carabinieri della Compagnia di Sessa Aurunca e del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Napoli. Di fondamentale importanza per le indagini è stato l’ausilio della Banca Dati dei beni culturali illecitamente sottratti, in uso al Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, che può contare sul più grande database di opere d’arte da ricercare al mondo, con oltre 1.200.000 oggetti asportati e quasi 56.000 furti denunciati. La campana presenta una decorazione tripartita, da cui affiorano due fasce superiori con iscrizione recante la dedica e il nome del donatore, una fascia centrale con due gruppi iconografici, infine una fascia inferiore con iscrizione recante indicazioni dell’artigiano che l’ha realizzata e dell’armo di fabbricazione, il 1687.