Se ci si fa caso non è poi più così fantascientifico vedere come i robot sono degli elementi sempre più presenti nelle vite e nelle case delle persone. Da quelli più pratici per pulire i pavimenti ed i vetri fino a quelli più sofisticati che, sotto forma di assistenti vocali, facilitano la vita in una casa sempre più domotica e comoda. Pensate poi che a Rovereto, in provincia di Trento, uno di questi robot è anche un efficiente cameriere!
Ad ogni modo, prendendo ad esempio le leggi di Asimov, che cosa fa un robot di solito? Oltre ad obbedire ed a cercare di tutelarsi come può “un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno”.
È molto probabile che al team che compone l’azienda Mindway AI tali leggi siano scritte a caratteri cubitali perché, se ci si pensa bene, il loro ultimo trovato è proprio il frutto di questa legge di Asimov. PS molto probabilmente hanno anche visto, o letto, “Minority Report”, ma è altrettanto vero che una cosa simile in Italia esiste già, ma torniamo a noi.
Mindway AI, forte del motto aziendale “offre una gamma di soluzioni che hanno un unico obiettivo: mantenere il gioco sicuro”, ha dunque sviluppato un’intelligenza artificiale in avanzata fase di testing che permette di identificare i primi sintomi del gioco d’azzardo più dannoso. Ovvero quando, da semplice svago o voglia di tentare la fortuna, si trasforma in ludopatia.
E la cosa bella è che sono i casinò stessi a volere che la dipendenza da gioco d’azzardo cessi di esistere. Infatti, come dichiarato dal responsabile della catena MGM Resort Alan Feldman, “i casinò hanno bisogno di clienti economicamente indipendenti. L’unico modo per ottenere questo risultato è avere clienti che siano in perfetta salute, che possano pagare le loro bollette e quindi tornare a giocare responsabilmente la prossima volta”.
Ma come è possibile che questa intelligenza artificiale lo preveda? Più o meno come nel già citato “Minority Report” qui, senza visioni mistiche o esseri immersi in vasche sensoriali, qui si ha a che fare con un complicato sistema di algoritmi che tengono conto di diversi fattori.
Questi sono ben 14, e non sono pochi, e riguardano soldi puntati, ore passate al tavolo, bonifici cancellati, variazioni nelle abitudini, quante volte ci si è connessi e così via. Dopo aver assegnato a questi un punteggio da 0 a 100 si attiva un semaforo. Se è verde il giocatore è “sano” e può continuare, se è giallo occorre correre ai ripari e se è rosso allora vuol dire che è già dipendente dal gioco d’azzardo.
Del resto è logico che si cerca di giocare nella speranza di vincere qualcosa e per fare ciò si ricorra a dei sistemi su Internet, come nel caso di una guida ai siti con bonus senza deposito, ma se quel giorno la fortuna non è dalla parte del giocatore allora c’è poco da fare.
Ed ancora meno ce ne vuole affinché, dopo una serie di giocate finite male, ci si ritrovi con molti meno soldi di prima! Ricordate dunque che “prevenire è meglio che curare”.