Tempo di lettura: 2 minuti

Giovedì 7 aprile, alle ore 18.00, il Madremuseo d’arte contemporanea della Regione Campania presenta il docu-film di Nina di Majo “Hans Werner Henze: la musica, l’amicizia, il gioco”, dedicato al compositore tedesco vissuto tra il 1926 e il 2012, trasferitosi nel 1953 sull’isola di Ischia, dove risiedette per gran parte della sua vita. L’evento, al quale sarà possibile accedere gratuitamente fino ad esaurimento posti, è realizzato in collaborazione con il Goethe-Institutdi Napoli, e ricade nel decennale della morte di Henze. La proiezione sarà seguita da un incontro a cui prenderanno parte, con la regista, la giornalista e Presidente della Campania Film Commission Titta Fiore, e il Presidente Fondazione Genere Identità e Cultura Paolo Valerio, moderato dalla Direttrice del Goethe-Institut di Napoli Maria Carmen Morese; interverranno la Presidente della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee Angela Tecce e la Direttrice artistica del museo Madre Kathryn Weir

Una partitura tra immagini di repertorio e materiali d’archivio dell’Istituto Luce, le creazioni più famose del compositore tedesco, e un ventaglio di voci di chi lo ha personalmente conosciuto: il lavoro di Nina Di Majo ripercorre la storia personale di Henze, che lasciò la Germania per l’intolleranza nei confronti delle sue idee politiche e della sua omosessualità. Sull’isola verde diede vita ad alcune delle sue più importanti opere, in cui si ritrovano intrecciati gli stilemi classici e quelli più moderni del jazz e del rock. 

Il ritratto di Henze è tratteggiato, nel docu-film, anche attraverso le testimonianze di Ermanno ReaMassimo CacciariRoland BaoerAlessio VladNanà CecchiPierluigi PizziIlaria Borletti Buitoni e Nuria Schoenberg Nono, oltre che attraverso il ricordo della poetessa, scrittrice e giornalista austriaca Ingeborg Bachmann, con la quale il compositore ebbe uno stretto rapporto di amicizia e di lavoro. 

Non mancano testimonianze dello stesso Henze, dalla cui voce è possibile ascoltare quanto si fosse innamorato della luce del nostro Paese, dell’intelligenza degli italiani, della loro cultura, e persino “del loro modo di fare politica”.