Benevento – Ormai è diventata un’abitudine. Il calendario di serie B, ancora una volta, non lascia spazio e tempo alle riflessioni. Domani si tornerà in campo e il Benevento sarà di scena al “Granillo” per affrontare la Reggina di Roberto Stellone, capace di fermare nell’ultimo turno la marcia della capolista Cremonese. Un passo indietro, però, è lecito farlo, alla luce soprattutto delle dichiarazioni di Fabio Caserta.
La Strega ha vinto meritamente e in maniera netta contro il Pisa. Quella che era la miglior difesa del campionato, un titolo passato nelle mani del Lecce, è caduta sotto i colpi dei giallorossi. Cinque volte Nicolas ha dovuto raccogliere il pallone in fondo alla propria rete, qualcosa a cui il portiere brasiliano non era abituato, battuto al massimo in tre circostanze in occasione del match casalingo con il Frosinone.
Un successo roboante che equivale a lanciare un chiaro messaggio al campionato. Un successo frutto non solo di voglia e abnegazione, ma anche delle scelte che, questa volta, hanno premiato Fabio Caserta. Troppo brutto il Benevento di Frosinone, meglio allora fare un passo indietro e accantonare le due punte. Una decisione favorita anche dall’infortunio di Gianluca Lapadula, che ha tolto il tecnico dall’imbarazzo di dover lasciare fuori uno tra il “Bambino delle Ande” e Francesco Forte.
La prestazione con il Pisa, insomma, è figlia di un modulo tattico che la squadra ha dimostrato di aver assimilato nel suo dna. “Faccio le mie valutazioni in base alla settimana ma sono convinto che, considerando i calciatori che ho a disposizione, il 4-3-3 sia l’abito giusto”, sono state nel post partita le dichiarazioni dell’allenatore di Melito di Porto Salvo. Assetto consono a quelle che sono le caratteristiche dei giocatori in rosa e nel quale molti interpreti riescono a esprimere al meglio le proprie potenzialità.
La strada per il finale di stagione, insomma, appare segnata ma i dubbi sono dietro l’angolo. Una frase sibillina dello stesso Caserta lascia aperta alla possibilità del 4-3-1-2: “Credo che il “quattro-tre” sia l’abito migliore per questa squadra”. Una base fissa per difesa e centrocampo, dopo il ritorno di Viviani e i segnali incoraggianti arrivati da Calò, mentre il resto si vedrà di volta in volta, in base ai segnali che arriveranno dallo spogliatoio, soprattutto per quanto riguarda Lapadula. L’unico punto interrogativo sarebbe rappresentato dal trequartista, ruolo di cui la rosa è sguarnita e che costringerebbe il tecnico a soluzioni adattate. Un dazio da pagare per non togliere certezze alla squadra e per poter schierare le due punte. “Se vuoi giocare con due attaccanti, qualcosa devi togliere da qualche altra parte”, per dirla ancora le parole di Caserta.