Tempo di lettura: 3 minuti
NAPOLI – Domani il premier Mario Draghi arriva a Napoli per firmare il Patto che consente alla città di avere nei prossimi 21 anni 1,2 miliardi di euro dal Governo centrale.
 
Soldi indispensabili per salvarla dalla bancarotta verso cui la stava sospingendo il maxi debito da 5 miliardi certificato dall’ultimo bilancio.
 
Senz’altro una vittoria di Gaetano Manfredi, il sindaco che, accettando la candidatura, aveva posto, 10 mesi fa, proprio questa condizione: che Roma allungasse una mano per salvare la capitale del Mezzogiorno dalle sabbie mobili di un dissesto di fatto. Quella mano, naturalmente, doveva servire ad aprire il portafogli di via XX Settembre.
 
Dieci mesi dopo, l’operazione è andata in porto anche grazie al fatto che il governo Draghi è un governo di unità nazionale, nel quale sostanzialmente non si riconosce solo Fratelli d’Italia.
 
Una quota di merito, quindi, la rivendica giustamente Forza Italia, schierata da sempre a favore del Salva-Napoli.
 
Tant’è che oggi, il coordinatore cittadino Fulvio Martusciello si sente di avvisare: “Domani si evitino foto con pizze e magliette del Napoli. Il Patto è stato voluto da maggioranza e opposizione. Spero che la visita di Draghi sia basata su sobrietà e serietà”.
 
Chi, invece, per mesi ha parlato di “Pacco per Napoli” è stato Catello Maresca.
 
Da competitor elettorale di Manfredi, lo scorso 27 maggio, dichiarava che “immaginare oggi di ripianare un debito accumulato nel corso di 50-60 anni con un colpo di spugna sembra anche non moralmente accettabile. Si finisce per immaginare la città sempre come quella fatta dai fannulloni e piagnucoloni che cercano che qualcuno li aiuti”.
 
Fatto sta che oggi, invece, lo stesso Maresca la mette così: “La presenza del presidente del Consiglio a Napoli è un segnale importante di attenzione verso una città sofferente. C’è bisogno di un cambio di rotta e di una sterzata forte affinché la città si svegli dal torpore nel quale è caduta anche a causa di tanti anni di cattiva amministrazione”.
 
Il 27 maggio, Maresca riprendeva il succo di una intervista che, qualche giorno prima, il leader della Lega a Napoli, Severino Nappi, aveva rilasciato al Mattino avvisando che la città non aveva bisogno di assistenzialismo.  
 
Ma, anche in questo caso, le cose, oggi, si mettono un pò diversamente: l’uomo di Salvini sotto il Vesuvio e il parlamentare del Carroccio Gianluca Cantalamessa lo fanno firmando questa nota: “L’attenzione del governo verso la terza città d’Italia è la conferma di una politica di discontinuità con il passato “sprecone” che la sinistra ha scritto per Napoli. Decenni di cattiva amministrazione “rossa” hanno relegato la città nella vergogna e nel disagio. Un cambio di passo importante che noi della Lega auspichiamo anche per gli altri comuni campani in difficoltà. Vigileremo affinché non si trasformi nella solita logica clientelare tanto cara a De Luca che ha alimentato il conflitto istituzionale in un clima da califfato”.