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NAPOLI – La migliore pubblicità, col conseguente maggior credito all’iniziativa degli intellettuali contro Vincenzo De Luca, oggi riuniti presso il Palazzo delle Arti di Napoli per presentare la loro lettera di protesta spedita al segretario del Pd Enrico Letta, l’ha regalata, paradossalmente, proprio il Governatore.

Da Salerno, infatti, è arrivata la notizia che il libro di Ernesto Galli della Loggia e Aldo Schiavone, “Una profezia per l’Italia”, è stato messo all’indice. Proprio così: proibito. Perché gli autori si sono schierati a favore dei firmatari contro Palazzo Santa Lucia: questo il succo.
 
I dettagli li ha esposti Luciana Libero: “Il libro di Schiavone (presente all’assemblea, ndr) e Galli Della Loggia doveva essere presentato dopodomani presso il Convitto Nazionale Torquato Tasso. Ma oggi è arrivata una telefonata del rettore che l’ha fatta saltare. Motivazione? Nel cda del Convitto ci sono il Comune e la Provincia di Salerno. E, dopo la presentazione della nostra lettera che denuncia il sistema di potere di De Luca, ha detto che sarebbe preferibile soprassedere…”
 
E quindi, signori. Se in Italia tutti tengono famiglia, dato anche che questa non è la prima del genere riconducibile a De Luca (in estate fece scalpore il no a Roberto Saviano al Festival di Ravello perché aveva parlato male del Governatore, ndr), “questo è il clima – ha spiegato Libero – Ho fatto presente che si trattava di un evento culturale. Ma nulla. La decisione era stata già presa. Passa ancora una volta l’idea che comanda chi mette i soldi, come nel caso del San Carlo”.
 
E comunque: detto che la presentazione del libro messo all’indice si terrà lo stesso in una libreria di Salerno (Imagine’s book, alle 17 di venerdì), ciò che restituisce tutto il livello dello scontro che si vive non solo nel Pd ma nell’intera area del centrosinistra sono una frase e una presenza a sorpresa all’assemblea degli intellettuali.
 
La frase la spende in apertura un altro firmatario della lettera-appello a Letta, Isaia Sales: “Grazie al sindaco di Napoli Gaetano Manfredi che ci ha concesso l’utilizzo di questa sala. In questo clima di emergenza democratica… “
 
Come dire: Manfredi, per quella che vuole essere “una classe dirigente alternativa” (per dirla con Aurelio Musi) ha un destino: essere il punto di riferimento naturale di chi si ribella a De Luca. Lui, il sindaco di Napoli, prima ancora di chi prenderà le redini del Pd regionale dopo le dimissioni di Leo Annunziata, commissario o nuovo eletto che sia (magari Paolo Siani). E per il quale, comunque, detto per inciso da Marco Plutino, “non si può contrattare” con il numero uno di Palazzo Santa Lucia. Nemmeno sul nome di Stefano Graziano (“per come è stato proposto: è un problema di metodo”). 
 
Fatto sta che la presenza che la dice lunga sulla battaglia che inizia a consumarsi in Campania è quella di Alessandra Clemente. Ebbene sì: proprio lei è entrata al Pan a dibattito appena iniziato e si è seduta in prima fila.
 
I flash dei fotografi, dopo la porta in faccia ricevuta dal Movimento 5 Stelle la scorsa settimana, sono stati tutti per lei, che è alla ricerca di un nuovo destino politico dopo gli anni trascorsi con Luigi De Magistris.
 
Ha ascoltato molto interessata ciò che avevano da dire gli intellettuali contro De Luca. E dietro di lei, manco a farlo apposta, un’altra donna dell’era arancione a Napoli: l’ex numero uno della Mostra d’Oltremare nonchè ex assessore Donatella Chiodo.
 
La quale indossava una mascherina coi colori della bandiera della pace. Ma tant’è: al Pan, gli intellettuali ci sono andati giù in maniera pesante. Da Paolo Macry che ha parlato di “inadeguatezza politica” riferendosi al Governatore a Luciana Libero che ha denunciato che a tutt’oggi “a Salerno non c’è un sindaco, ma un capo con Piero De Luca che fa un giro di telefonate e decide”. Fino ad Aldo Schiavone, il quale, sostenendo che “il regionalismo in 50 anni è stata un’esperienza negativa in Italia, ma disastrosa al Sud”, è sembrato il più moderato del gruppo. Che, naturalmente, ora, si aspetta una chiamata da Enrico Letta.