Benevento – Alta e forte è stata la voce di don Luigi Ciotti all’interno del Laboratorio Open Space dell’Istituto Industriale di Benevento “G.B. Bosco Lucarelli”.
Il fondatore dell’Associazione Libera ha spinto i ragazzi e le ragazze presenti, ma il realtà il messaggio era destinato a tutta la società civile, a un rinnovato impegno di lotta contro le mafie. La criminalità organizzata, nelle sue diverse articolazioni, non è stata affatto sconfitta dallo Stato. Ancora presente e attiva, deve spingere i cittadini onesti a non restare inerti.
E’ stato questo l’appello di don Ciotti, venuto ancora una volta nel Sannio a spiegare, a esortare e a incitare al rifiuto delle mafie. Ad ascoltarlo, oltre ai ragazzi e ai docenti del Lucarelli, anche Felicita Delcogliano e Antonio Iermano, rispettivamente la sorella e il figlio dell’assessore regionale Raffaele e del suo autista, Aldo, massacrati dalla Brigate Rosse nell’aprile di 40 anni fa. Presente, inoltre, il referente di Libera nel Sannio, Michele Martino.
Con don Ciotti c’era anche l’Arcivescovo Felice Accrocca,
Don Ciotti non ha chiuso le porte alla speranza per un mondo senza mafie, a patto che si verifichi una precisa condizione: “Il cambiamento è possibile, ma solo se ci rigeneriamo“.
Il fondatore di Libera ha parlato anche della condizione del Sannio, dove la mafia è presente nel controllo del gioco d’azzardo, dell’usura, della corruzione negli appalti pubblici e ha fatto cenno agli episodi di violenza degli ultimi mesi nei paesi della Valle Caudina, lanciando un allarme sulle condizioni dell’ordine pubblico sul territorio.
Molto toccante è stato, quindi, l’incontro con il papà e la mamma di Flavio Ventura, lo sfortunato studente dello stesso “Lucarelli” morto tragicamente in un incidente stradale.
A fare gli onori di casa ci ha pensato la dirigente Maria Gabriella Fedele, la quale ha sottolineato come il presidio di Libera sia un momento di cittadinanza attiva e come occorra rispettare e onorare la memoria dell’ex assessore regionale Raffele Delcogliano e del suo autista Aldo. “Sono modelli che dovremo sempre seguire nella nostra vota quotidiana”, ha detto la preside.
Dopo il confronto avuto con i ragazzi, Don Ciotti ha nuovamente preso la parola: “Ragazzi, mettevi in gioco. Bisogna avere la capacità di soffrire, ma soprattutto di essere liberi. E’ fondamentale, perché la libertà è un dono immenso. I ragazzi hanno bisogno di concretezza, di un punto di riferimento, ecco perché ci ritroviamo a fare i conti con la dispersione scolastica ed educativa. Questa è una grande sfida culturale, bisogna creare opportunità di lavoro investendo sui giovani. I cambiamenti devono essere veri, non devono esservi solo adattamenti. Serve uno scatto in più. La mafia rimane un problema serio, serve maggiore attenzione e occorre un impegno da parte di tutti“.
Sulla guerra in Ucraina, don Ciotti ha parlato di un momento di grande sofferenza e di fragilità: “Ci impone ad una riflessione. Negli ultimi due anni, mentre noi eravamo schiacciati dalla pandemia del Covid, sono aumentati i costi sulle armi. Questa guerra è alle nostre porte, ci ferisce enormemente ma non dobbiamo dimenticare gli altri conflitti mondiali. Per la pace serve l’impegno di tutti“.
“Il covid ha ampliato il malessere di tutti e fatto aumentare le nostre fragilità. Non lasciamo soli i nostri ragazzi, occorre responsabilità“. Don Ciotti proseguirà questo pomeriggio il tour nel Sannio a Montesarchio, in quella in Valle Caudina recentemente colpita da episodi criminosi. “Occorre coraggio da parte di tutti. Il cambiamento che sogniamo ha bisogno di ognuno di noi“, ha concluso Don Ciotti, “è una sfida culturale ed educativa. Servono politiche sociali e, soprattutto, serve grande responsabilità“.