Alle ore 13 di oggi, 08 marzo, scadevano i termini per la presentazione della lista per il rinnovo del Consiglio d’Ambito dell’ATO Rifiuti di Benevento. Rispetto all’ipotesi di una soluzione unitaria, il PD ha scelto con convinzione di starne fuori nell’assoluta unità degli organismi dirigenti.
Non eravamo e non siamo interessati a un’intesa purchessia. Era ed è nostro interesse agire in funzione di un nuovo indirizzo strategico nel governo del ciclo dei rifiuti in netta discontinuità con il fallimento di questi anni. Ci riferiamo, evidentemente, a fatti oggettivi ed incontestabili: paghiamo la tariffa più alta della Campania.
I comuni sono costretti dal 2018 a trasferire fuori provincia i propri rifiuti a costi esorbitanti per le tasche dei cittadini.
Per diretta responsabilità dell’ATO che ci starebbe lavorando da 4 anni, il territorio sannita non è ancora dotato di un Piano d’Ambito che definisca il «fabbisogno provinciale» e indichi le «aree di ubicazione» degli impianti di trattamento/lavorazione nonché dei siti di stoccaggio.
Si è fatto di tutto per ostacolare (per note “sragioni” localistiche) l’aggiornamento tecnologico e la riattivazione dello Stir di Casalduni, co-determinando, tra l’altro, la morte di Samte per asfissia economico-finanziaria con annessa crisi occupazionale.
Per non parlare delle massime figure apicali in organigramma, cui compete l’autorizzazione dei progetti degli impianti, ad un tempo «progettisti di proposte di impianto» sul territorio.
Se deve essere ancora questo il «modello di gestione dei rifiuti» nel Sannio noi, semplicemente, non ci stiamo. Non ci interessa una mera logica di «potere per il potere» o qualche posticino in Consiglio. Ce ne stiamo fuori.
In ogni caso, vigileremo con rigore su tutto quanto la «nuova/vecchia governance» dell’ATO Rifiuti vorrà e saprà mettere in campo con l’occhio rivolto, in via esclusiva, alla tutela degli interessi dei cittadini e degli utenti Sanniti oggi i più penalizzati di tutta la regione Campania.