Salerno – Prova d’attrice per Serena Stella che venerdì 25 febbraio 2022, alle ore 21, salirà sul palco di Sala Le Muse (via Sant’Andrea, Baronissi) per interpretare Anna Cappelli. Lo spettacolo è il secondo in cartellone per la rassegna “Chi è di scena”, organizzata da TeatroNovanta con il sostegno del Comune di Baronissi. Si replica sabato 26 e domenica 27 febbraio, sempre alle ore 21.
Di questo monologo scritto da Annibale Ruccello e che fu portato in scena la prima volta nel 1986 al Premio Vitiello, Antonello De Rosa ha disegnato una sua visione registica senza imbrigliare la personale interpretazione dell’attrice. Un gioco di ruoli e di scoperte reciproche che ha condotto alla costruzione di uno spettacolo specchio di un personaggio in continua tensione tra l’apparente e il reale. Sarà per questo che sulla scena apparirà Anna ombra leggera e incerta, continuamente alla ricerca di sé, delle sue radici, dei suoi ricordi, dei suoi affetti, della sua verità di donna. Lentamente prendono corpo le sue ossessioni, macerate in lunghe solitarie notti, nel chiuso di una stanza in una penombra.
A definire il tracciato lungo il quale si muove lo spettacolo è lo stesso regista De Rosa: “il testo è insidioso e pieno di trabocchetti. Il delirio naturalistico e minimale, ambientato in una miserabile Italietta degli anni Sessanta, a una lettura poco attenta può sembrare scarsamente dotato di una vena originaria limpida e necessaria; ma a uno sguardo più accorto non sfugge la mostruosa e depravata sottocultura piccolo‐borghese che invade ogni respiro del dramma, incarnandosi in una donnina in apparenza docile e insignificante”. Alla domanda “chi è Anna Cappelli” Serena Stella non ha dubbi: “è una donna apparentemente realizzata, che ha una famiglia, un lavoro ma in fondo è sola e vuole avere il suo posto nel mondo, vuole avere qualcosa di veramente suo”.
La scena è essenziale ma, contemporaneamente, tende ad evidenziare e sottolineare l’indole ossessiva della protagonista. Gli elementi presenti più che descrivere un ambiente servono ad evocare e suggerire un’atmosfera evanescente e rarefatta. Un sapiente gioco di luci, mai piene ma sempre lievemente soffuse, aiuta a creare una leggera penombra, spazio ideale dove possono prendere corpo le fantasie di Anna.