Tempo di lettura: 2 minuti

Vallo di Diano (Sa) – È uno stop alle trivellazioni per le estrazioni del petrolio nel territorio del Vallo di Diano, la mozione che porta la firma del consigliere regionale di Italia Viva ed ex sindaco di Sassano, Tommaso Pellegrino, approvata all’unanimità dai membri del Consiglio Regionale della Campania. 
Mozione con la quale il consiglio regionale chiede al Governo e alla Conferenza Stato-Regioni, di stralciare il territorio del Vallo di Diano, dal “piano di transizione energetica sostenibile delle aree idonee alle trivellazioni per l’estrazione del petrolio”.
Soddisfazione è stata espressa da Pellegrino, presidente del Parco Nazionale del Cilento-Vallo di Diano e degli Alburni, con un passato da ex deputato nelle file del partito dei Verdi e da sempre impegnato nelle azioni politiche e istituzionali a tutela dell’ambiente del territorio salernitano.
“Ringrazio i colleghi del consiglio regionale che hanno condiviso ed approvato la mia mozione-chiosa Pellegrino che sottolinea come- il Vallo di Diano è una terra a vocazione naturalistica, ambientalista e paesaggistica di grande pregio, nel cuore del Parco Nazionale più grande d’Italia.
La transizione energetica che dobbiamo mettere in campo- aggiunge- deve andare verso il superamento delle energie ancorate ai combustibili fossili che rappresentano il passato e che vengono condannate all’unanimità dall’intera Comunità Internazionale, indicando come strada maestra quelle delle energie rinnovabili.
Rispetto alle stesse premesse del recente Piano di transizione energetica sostenibile approvato dal Governo – sottolinea – c’è da ravvisare un’incoerenza: non c’è nulla di sostenibile dal punto di vista ambientale nell’andare a trivellare un’area contigua al Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni che storicamente si impegna nella tutela del patrimonio paesaggistico e naturalistico con programmi e progetti volti ad aumentare la resilienza degli ecosistemi e a contribuire a mitigare i danni derivanti dai cambiamenti climatici e dagli sfruttamenti del suolo, favorendo anche una migliore integrazione tra conservazione della biodiversità e attività antropiche sostenibili”.