“Non ce l’abbiamo fatta più a stare corti, ci siamo abbassati troppo. E quando lo fai con loro diventa un problema. Sono cose che non dovevamo fare, però la loro qualità è indubbia“. Cosi Luciano Spalletti nel post partita di Barcellona-Napoli.
Secondo tempo: “Ci sono questi momenti dentro la partita, dove non riusciamo a organizzare una pressione alta, dove si porta palla indietro mentre gli altri salgono e non si viene sulle vie di mezzo che ci consentono di giocare sulla profondità liberando un uomo. Sono cose su cui dobbiamo crescere. Poi è chiaro che loro hanno fisicità, hanno questi uno contro uno sugli esterni dove ti mettono in difficoltà. Ma dobbiamo fare dei passi in avanti“.
Ritorno: “Secondo me stasera nel primo tempo abbiamo fatto vedere di aver giocato alla pari con loro. Nel secondo tempo hanno tenuto il pallino in mano e abbiamo sofferto, però sono cose che si mettono a posto: quello che facciamo in un tempo lo possiamo fare tutta la partita”.
Rigore: “Con tutta l’onestà intellettuale dico che meritavano il pareggio, ma il rigore è inesistente. Non cambia direzione, è un’altra storia rispetto ai polpastrelli. Qui la tocca col mignolo e il pallone non cambia direzione. Mi sembra anche abbastanza giù, abbastanza naturale. O si mette le mani indietro, che ti limita a livello di movimento, ma il braccio non è neanche apertissimo. E poi tocca il mignolo: la palla non cambia direzione per niente, va dove doveva andare. Io posso essere disponibile quanto volete e loro hanno meritato il pari. Però non qui, perché questo non è calcio di rigore”.
Osimhen: “È uno che ha questa forza, questi strappi incredibili. Poi quando ci sei dentro lo strappo è chiaro che ce l’hai dura, più lunga gliela dai più riesci a metterla a chiunque. Nella scelta dei movimenti deve imparare ancora delle cose, nel secondo tempo ha preso 4-5 fuorigioco che lui deve sapere di essere in fuorigioco. Quando fa questi strappi è uno che ti fa respirare e ti tiene occupato il reparto. La richiesta nei suoi confronti è sempre la stessa, poi è il palleggio dei centrocampisti che deve chiamare fuori un centrale difensivo e allora si libera quello spazio lì come hano fatto loro nel secondo tempo. Noi in questo dobbiamo fare dei passi in avanti”. È una tappa di crescita però questa? “Secondo me sì. Se si usa bene quello che è successo sì, perché poi quello che abbiamo fatto in determinati momenti lo possiamo fare tutta la partita. È proprio la scelta di ammucchiarsi dietro che ci manda in difficoltà, ed è una scelta perché quando li abbiamo attaccati gli abbiamo creato dei problemi. Loro hanno avuto più palle importanti di noi. Però questo abbassarsi così ci fa ricapitare quello che è successo col Sassuolo, e non dobbiamo farlo”.