NAPOLI – Sono ore cruciali per il Patto per Napoli e per la composizione delle liste elettorali in vista della tornata elettorale di secondo grado del prossimo 13 marzo da cui scaturirà il consiglio metropolitano, l’organo che andrà ad affiancare il sindaco metropolitano (che è, in quanto primo cittadino del comune capoluogo, Gaetano Manfredi) e la conferenza metropolitana (che è l’organismo che raggruppa tutti i sindaci della Città Metropolitana) per quella che, fino al 2014, era conosciuta come la Provincia.
Entrambe le cose tengono in apprensione i partiti. Sebbene, c’è da dire iniziando dal primo punto che riempie la serata napoletana, il Patto per Napoli, che l’assessore al bilancio Pier Paolo Baretta continui a dispensare ottimismo davanti ai creditori e alle categorie produttive.
L’uomo di Manfredi al Mef (e a Chigi) è convinto di spuntare condizioni meno severe nel momento delle firme tra il Comune di Napoli e il Governo a suggello del patto secondo il quale quest’ultimo destinerà al capoluogo partenopeo 1,3 miliardi di euro nei prossimi 20 anni per non farlo soccombere davanti ai 5 miliardi di debito che ha accumulato.
Il sindaco Gaetano Manfredi e il premier Mario Draghi dovrebbero stringersi la mano entro il 15 febbraio. Ma è probabile che l’appuntamento slitti proprio per l’emendamento su cui sta lavorando Baretta: vale a dire, quello che prevede il pagamento completo delle fatture dell’ultimo triennio (anzichè dell’80% previsto ad oggi) e di anticipare il 70% del valore per quelle in atto.
Baretta, in queste ore, l’ha ripetuto sia al suo referente romano, il sottosegretario alla presidenza del consiglio Roberto Garofoli che ai diretti interessati: almeno per i servizi essenziali come quelli scolastici, si vorrà giungere a condizioni più favorevoli anche per evitare l’effetto cane che si morde la coda: proprio ora che deve attrarre le migliori energie dovendo mettere a terra i fondi del Pnrr e dare nuovo impulso all’economia cittadina, Palazzo San Giacomo non può essere considerato un cattivo pagatore.
Capitolo Città Metropolitana. Nella riunione svoltasi fino a questi minuti, è saltata definitivamente l’idea del listone Movimento 5 Stelle – Partito Democratico che nelle scorse settimane aveva agitato buona parte dei grillini.
Dopo il terremoto interno al mondo pentastellato dovuto alla sospensione per via giudiziaria dello statuto di Giuseppe Conte, gli uomini e le donne di Grillo andranno da soli, con l’ala provinciale che a questo punto sembra aver avuto la meglio sui napoletani doc che spingevano per blindare Salvatore Flocco.
Il resto del centrosinistra, invece, si sta accordando per assembrarsi in due listoni civici. Ma non ne sono ancora ben delineati i confini politici: da una parte la sinistra e l’altra il centro e l’area deluchiana è, per ora, solo una ipotesi. Deadline per la presentazione delle liste elettorali, lunedì 21 febbraio.